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EDITORIALE
Editoriale
Andrea Pernice
Sommario
3
L
ETTERA
DEL
P
RESIDENTE
I
NTERNAZIONALE
6
IL GIRO DEL MONDO
ATTRAVERSO IL SERVIZIO
9 Il messaggio del Chairman
10
Speciale Nutrizione
STRATEGIE CONTRO LA FAME
12 L’IFAD per la nutrizione
17 Strategie Globali per la crescita
23 Contano i risultati
27 Quanto costa?
31 Il valore gioventù
33 È una catena
38 Quale fragilità?
45 Nutrire il mondo
48
Storie del Rotary
52
DZ Marley,
nuovo volto per End Polio Now
54 Il Rotary sul Territorio
61 Fellowship
63 GOOD NEWS AGENCY
I bisogni primari, i diritti fonda-
mentali, la dignità. L’uomo e la
vita, intesi nella loro più elemen-
tare definizione di essere vivente
e di termine spazio-temporale. Il
servizio che domina il numero della
rivista che state per sfogliare ana-
lizza gli aspetti che condizionano
l’esistenza del singolo e la sua re-
lazione con l’ambiente in cui vive,
il tempo che passa e la società di
cui è parte, basandosi su un con-
cetto sostanziale, imprescindibile,
in un certo senso nuovo: il futuro
dell’umanità dovrà reggersi sull’e-
quilibrio. Non si tratta di capire se
sia un equilibrio diverso da quello
che fino a oggi ci siamo illusi fosse
tale: piuttosto, di convincerci che
noi, nati per caso in una delle parti
fortunate del mondo, fino a oggi
non lo abbiamo neppure conosciuto
l’equilibrio. Ma la realtà delle cose
ci impone un duro confronto con le
prospettive dell’umanità: basta leg-
gere poche righe di uno dei molti
articoli proposti, per realizzare che
i tanti strumenti ideati per permet-
tere un po’ di recupero all’altra
parte del mondo, sono appena suf-
ficienti a farci provare la sensazione
di essere sostenitori di un percorso
intrapreso correttamente. Ma sono
decisamente infinitesimali rispetto
alla crescita della popolazione
mondiale e delle sue necessità,
che ci farà presto rientrare, come
singoli e come collettività, non più
e non solo tra i numeri del mondo
progredito, ma tra quelli, appunto
in crescita, di persone da sfamare.
Per quanto esasperata possa sem-
brare, questa proiezione fa riflet-
tere proprio sul concetto di equi-
librio, ricercato, faziosità a parte,
in mille e una guerre per fame e
sete, di cui neppure si parla, ma
che generano un’instabilità tanto
forte tra le popolazioni più biso-
gnose, da complicare la progettua-
lità per la ricerca stessa di quell’u-
nico diffuso equilibrio. Spinti dalla
forza del nostro essere localmente
apartitici e globalmente apolitici,
possiamo cercare di diffondere una
nuova cultura dell’equilibrio, fatta
sostanzialmente di mediazione. Il
nostro contributo primario, fonda-
mentale, dignitoso alla costruzione
della pace.
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