Rotary | Settembre 2013 - page 45

In questa zona, in quel paese, c’era molto caldo e come ben
sapete i vaccini dove fa caldo hanno bisogno di essere tenuti
freddi, e per essere tenuti freddi vanno tenuti in una ghiac-
ciaia, altrimenti diventano acqua, inutili.
è la cosiddetta catena del freddo; dal punto A al punto B. Ma
immaginate questo paese, era l’inizio degli anni ’80, senza
neppure sufficienti pompe di benzina nelle strade; che non
erano strade, erano deserto, quindi faceva un caldo infernale".
La prima idea che venne a de Mistura fu di usare i cammelli.
Non consumano benzina, anzi consumano pochissimo, e in
secondo luogo sono ideali per la zona.
"Ma bisognava tenere freddi i vaccini… come? - racconta -
Con quelli che erano i primi pannellini solari. Da un lato della
gobba del cammello c’era il piccolo pannello solare, dall’altro
c’era la ghiacciaia. Il cammello camminava non consumando
benzina, non aveva bisogno di pompe di benzina, e l’opera-
zione cominciò ad arrivare a tutti i villaggi. Ma come sempre
i dettagli sono i problemi, e a un certo punto certi predoni
cominciarono a trovare molto interessanti quei cammelli, e
soprattutto i pannelli solari che potevano essere trasformati
in tavolini, e le ghiacciaie in piccoli e comodi contenitori".
A quel punto bisognava inventarsi qualcosa di diverso, e an-
dando in giro nel paese de Mistura scoprì che un veterinario
aveva una vernice con la quale dipingeva di blu il bestiame
che veniva marcato.
"Questa vernice blu fu dipinta su tutte le gobbe dei cammelli.
E quindi c’erano carovane di cammelli blu che camminavano
nel deserto. Quando poi con l’unico elicottero che all’epoca
quel paese aveva, si andava con la polizia nel deserto, quan-
do si vedeva in mezzo a un enorme quantità di cammelli un
puntino blu, si atterrava. I cammelli venivano ripresi e chi li
conduceva, arrestato.
L’operazione riuscì. E fu chiamata "operazione cammello
blu". Con questo creativo stratagemma si poterono raggiun-
gere ben 18 zone prima irraggiungibili per le vaccinazioni".
Il problema della Pace.
"Dove ci sono problemi alimentari, di
povertà e di salute, spiega de Mistura, spesso c’è anche un
conflitto sociale, e a volte il conflitto sociale produce e rende
più difficile, la prevenzione, la cura, o l’eventuale benessere
della popolazione. E un esempio arriva dall’America centrale.
Negli anni '80 c’era la guerra fredda, e con la guerra fredda
il problema principale era che si “giocava a pallone” tra il
mondo occidentale e il mondo comunista, la NATO e il Patto
di Varsavia. Quale campo di gioco? Gli altri paesi, mai a casa
propria. Il Guatemala e il Nicaragua divennero zone di con-
flitto interno, come lo diventarono poi l’Angola, l’Etiopia e la
Somalia. La guerra continuava mietendo vittime dall’una e
dall’altra parte, e nessuno voleva fermarsi.
E l’idea che venne fu di un grande collaboratore dell’Unicef
chiamato Jim Grant, che poi fu il primo a creare la grande al-
leanza tra Unicef e Rotary. Disse a noi, che rappresentavamo
l’Unicef in questi paesi, “Andate e cercate di convincerli a
fare una vaccinazione”. Cosa che facemmo.
Trovammo un accordo con le popolazioni locali per vaccinare
i bambini dell’una e dell’altra parte, ma servivano tre giorni
di tregua dalle guerriglie. Volevamo che nella strada non ci
fossero né posti di blocco né sparatorie. E serviva che gli ope-
ratori potessero muoversi liberamente con i vaccini.
Così per tre giorni si disse in inglese che “the only shots”
erano quelli dei vaccini, e non delle pistole, perché in gergo
shot vuol dire sia pallottola che vaccino, iniezione.
Ma quei tre giorni di tranquillità produssero la possibilità per
l’una e l’altra parte di rendersi conto che si poteva non com-
battere, che non succedeva nulla di drammatico, e che addi-
rittura si potevano parlare tra di loro, e fu la prima volta che
ci fu un dialogo operativo tecnico, per l'organizzazione delle
vaccinazioni, ma che produsse l’alibi per non combattere.
Fino a quando ci fu anche l’occasione per le due componenti
di parlar d'altro; in fondo in fondo, della Pace".
“A volte ci sembra di vedere una montagna irraggiungibile,
e gli ultimi 500 metri sono i più duri. Ma in quello che voi
rotariani fate e avete fatto, l’importante è avere fede, deter-
minazione, perché ciascuno di voi è un protagonista che ha
avuto creatività nel proprio campo; usare creatività e thinking
out of the box, pensare fuori dalla scatola, pensare in maniera
laterale, trovare un minareto, trovare un cammello blu.
Ed è quello col quale vorrei ispirarvi perché sono sicuro che
di aneddoti come i miei, da parte vostra, ne avrete tanti altri”.
45 focus
FOCUS
/ OBIETTIVI DEL MILLENNIO
1...,35,36,37,38,39,40,41,42,43,44 46,47,48,49,50,51,52,53,54,55,...72
Powered by FlippingBook