Rivista Rotary | Dicembre 2015 - page 5

5 il Presidente RI
LETTERA DEL PRESIDENTE
Quando l’esercito canadese liberò i Paesi Bassi nel 1945, la na-
zione era sull’orlo della fame. Osservare la sofferenza subita da
tante persone aveva commosso tutti, in particolare la sofferenza
dei bambini. Quattro soldati canadesi in missione a Apeldoorn
quell’anno decisero di rendere il Natale speciale per il maggior
numero di bambini olandesi possibile.
Insieme, si erano rivolti agli altri soldati, raccogliendo barrette
di cioccolato e gomme da masticare, caramelle e fumetti. Nei
momenti liberi, costruirono camion giocattolo con legno e altro
materiale disponibile, rischiando anche di essere scoperti dalla
polizia militare, oltre a vendere le loro razioni di sigarette al
mercato nero, e usando i soldi ottenuti per comprare bambole
di stoffa. Portando nel cuore la nostalgia della propria famiglia
lasciata a casa, ognuno di loro incanalava le proprie energie su
quei bambini per i quali rendere più gioioso il Natale.
Entro il 1º dicembre, erano pronti 4 sacchi pieni di regali e i
soldati non vedevano l’ora che arrivasse la data del 25. Due gior-
ni dopo, però, essi scoprirono che la loro data di partenza per
ritornare nel Canada era il 6 dicembre, molto prima di Natale.
Decisero pertanto che la cosa migliore da fare era portare subito
i sacchi all’orfanotrofio del posto.
La notte prima della loro partenza, i quattro commilitoni decise-
ro di andare all’orfanotrofio, e uno di loro si travestì sfoggiando
una barba bianca e un cappello rosso. Mentre erano per strada,
i soldati furono sorpresi di sentire suonare le campane a festa
e le case illuminate, anche se mancavano alcune settimane al
Natale. All’arrivo all’orfanotrofio, i quattro videro due dozzine di
bambine e bambini che stavano cenando. A pochi mesi dalla fi-
ne della guerra, il cibo era ancora scarso, il loro pasto era misero
e i loro volti ancora pallidi e magri.
“Babbo Natale” bussò tre volte al portone. Come per miracolo,
dopo un momento di completo silenzio un prete aprì la porta.
La sua espressione calma si animò, e i bambini dietro di lui
eruppero in un grande grido di gioia: tutti si misero a correre
verso Babbo Natale arrivato con tre settimane d’anticipo, ma
comunque puntuale. Perché, nei Paesi Bassi, il 5 dicembre si
celebra la festa di San Nicola (Sinterklaas).
Per circa un’ora, la gioia caotica continuò, con l’apertura dei
regali, l’assaggio dei dolci e la distribuzione delle bambole.
Tutti i giocattoli, le caramelle e cioccolati vennero consegnati ai
bambini che aspettavano pazientemente il loro turno. Dopo aver
ringraziato i soldati, un bambino si rivolse in olandese al prete
che sorrise e accennò col capo. I soldati chiesero: “Cos’ha det-
to?”, e il prete con gli occhi in lacrime rispose: “Te lo avevamo
detto che sarebbe arrivato”.
Quando diamo gioia al mondo, non la sacrifichiamo per noi, ma
la moltiplichiamo. Mentre ci accingiamo a entrare in questa sta-
gione di donazioni, moltiplichiamo i doni che ci sono stati dati
condividendoli con il prossimo. Con gesti premurosi, attenzioni
e generosità, nei nostri club e attraverso la nostra Fondazione,
noi possiamo mettere in pratica il nostro motto: Siate dono nel
mondo.
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