Rivista Rotary | Marzo 2015 - page 39

stra ratio morale che ci ha accompagnato sino ad oggi. L'oggi
in una società in cui tutto ed il contrario di tutto coesistono,
l'oggi di un mondo in cui sono emersi altri valori, o si sono
creati parametri di misura diversi.
Ma veniamo al nostro Rotary.
Il Rotary adottò il Test delle Quattro Domande nel 1943,
quindi molti anni dopo la sua ideazione che, come ha detto,
avvenne nel 1932. Il test venne proposto e diffuso in tutte le
lingue del mondo rotariano. Herbert Taylor, l'ideatore, divenne
Presidente del Rotary Internazionale per l'A.R. 1954-1955.
Questa la Storia. Certo, si vivevano anni diversi dai nostri.
Tempi in cui la società si sviluppava nel rispetto dei valori
fondamentali. Ma i tempi cambiano e la società si evolve con
altri punti di riferimento.
Occorrerebbe forse una nuova chiave di lettura della Prova
delle Quattro Domande? Ho espresso il mio pensiero in al-
cuni scritti apparsi su questa rivista. Con l'ultimo articolo in
particolare ho posto un interrogativo: ”Sarà ancora Rotary?”
Un interrogativo di preoccupazione, di disagio, soprattutto
perché pone in evidenza un momento di transizione verso un
nuovo progetto, ideato su una diversa struttura e forse su una
nuova filosofia rotariana.
Il binomio Rotary International - Fondazione Rotary diviene
sempre più unitario e appare probabile che in un futuro non
lontano potrebbero intervenire significative innovazioni.
Innovazioni che al momento non sono ancora sufficientemen-
te provate e documentate.
Si dice sempre più di frequente che il Rotary deve riflettere
la società. Ma mi chiedo, di quale società s’intende parlare?
Quale società il Rotary vuole rappresentare? Su quali stereo-
tipi il Rotary vuole sviluppare la propria crescita? Si dice che
il Rotary non è sufficientemente conosciuto e che quindi è
necessario e urgente costruire ”l'immagine del Rotary”. Ma
si dimentica che quell'immagine è stata sempre rappresen-
tata dalla qualità dei propri soci, dalla loro rappresentatività
professionale, scientifica, imprenditoriale. Dalla loro qualità
morale e culturale. Questo è il mezzo per verificare e diffon-
dere l'immagine del Rotary.
Io credo che il vero obiettivo dell'insistenza su “una nuova
immagine” potrebbe essere quello di costruire un Rotary di
massa, sviluppandolo con nuovi criteri di ammissione.
Avrete letto l'articolo pubblicato dal Corriere della Sera il
dieci dicembre scorso.
Il titolo dell'articolo tra l’altro recitava : “I rotariani cercano
soci”. E poi ”Primi piani sui quotidiani, addirittura volti in
gigantografia sulle facciate di autobus e tram. Le facce sono
quelle dei soci del Rotary...” etc. etc. Si diffonde cioè l'im-
magine di un Rotary sconosciuto al 60% della popolazione,
con soci avanti negli anni, con programmi e scopi ignoti. In-
somma, scrive l'autore dell'articolo “i vertici del Rotary hanno
capito che bisognava cambiare, per non soccombere”.
La campagna pubblicitaria viene proposta in Italia dall'at-
tuale Coordinatore per l'immagine e la testimonial è una
rotariana piemontese che, intervistata, ha affermato che chi
non la pensa in tal modo fa parte “della vecchia guardia, che
è appunto vecchia...”
Una svolta strategica che provoca non poche perplessità.
Vuole forse essere un via libera ai presidenti di club di am-
mettere al Rotary quel “di tutto di più” che sta condizionando
già da qualche tempo la vita del Rotary?
Ma altrettanto preoccupante sarà l'azione che alcuni gover-
natori attueranno creando nuovi Rotary club, senza andare
tanto per il sottile per quanto concerne la responsabilità della
scelta di nuovi soci.
In questo clima, in questa rappresentazione del nuovo mon-
do Rotary, molti di noi potrebbero nutrire qualche dubbio
per una struttura che potrebbe apparire persino debole a tal
punto da far affiorare il ricordo di Mr.Taylor, l'ideatore del Test
delle Quattro Domande, che venne chiamato al capezzale di
un'azienda morente per ricondurla a un destino migliore.
Ma non mi pare di intravedere alcun mister Taylor, né a livello
internazionale e tantomeno a quello nazionale.
E allora, Amici, vediamo il significato del test alla luce di tali
innovazioni.
Senza con ciò voler intraprendere alcun volo nostalgico verso
il passato. Non avrebbe alcun senso. Il credo del Rotary non
solo non lo prevede, ma soprattutto non lo consiglia.
OPINIONI
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