3 editoriale
EDITORIALE
Abbiamo motivo per fare ammenda? C’è colpa atavica che
dobbiamo espiare, ragione per cui doverci vergognare, o
giustificare pubblicamente? Un modo, forse, in cui farlo,
per non commettere ulteriori macroscopici errori? Ricchi
e viziosi, categoria indegna di essere considerata persino
nella affannosa ricerca di voti, i Rotariani portano eviden-
temente una macchia, questa volta strumentale al tentati-
vo di impaludamento preelettorale, ma diverse altre volte
valido pretesto per altrettante critiche gratuite. Dovremmo
forse valutare la possibilità di una seduta di psicanalisi col-
lettiva, folli soggetti quali siamo nel consumare le nostre
energie in azioni diverse, piccole, molto piccole, o grandi, tanto grandi, tutte concer-
tate per confondere chi ci sta attorno e per orientare, almeno in Italia, l’elettore vicino
di casa. Infastidirci per una battuta sui nostri redditi, e sul nostro riunirci nel Rotary
finalizzato alla mera difesa di oscuri e ristretti interessi, è la risposta attesa da chi di
tutto ciò è convinto, l’eco più forte della provocazione. Per noi, è talmente chiaro quali
siano i nostri interessi, quelli che uniscono africani, americani, indiani, russi, spagnoli e
inglesi, palestinesi, israeliani, insomma tutti, anche quelli che di essere associati gli uni
agli altri non ne vogliono proprio sapere in altra circostanza che non sia quella rotariana,
che viene da domandarsi come mai siamo solo 1,2 milioni nel mondo. Il fatto è che la
mancanza di conoscenza facilita l’inversione di valori, in una somma non algebrica che
ha come risultato il Rotary. Insomma, non di semplici addendi si tratta. E quindi tanta
chiarezza, fuori dal Rotary pare non esserci ancora. Lo scambio pubblico sul Rotary ha
posto l’accento su diversi spunti, interessanti non solo per il dibattito che si è ormai
consumato, ma anche per le reazioni e il confronto che ha generato tra rotariani. Al di
là dei luoghi comuni e della più scontata retorica sulla nostra associazione, e superata
l’ironia delle prime di queste righe, una chiave di lettura della vicenda più recente e
di diversi episodi che nel tempo hanno distortamente coinvolto il Rotary, la fornisce in
questo numero l’articolo a firma di Alberto Cecchini, corredato delle reazioni ai fatti
espresse da diversi opinionisti. Mentre nei servizi e negli articoli delle altre pagine che
inaugurano il nuovo corso della nostra testata, si trovano tra nuovi e consueti argomenti,
le mille sfaccettature dei veri interessi del Rotary e del suo universale insieme di valori.
Abbiamo iniziato un nuovo anno solare e con questo una nuova stagione per la nostra
comunicazione tradizionale, certamente meno tempestiva di un cinguettio da social
network, ma altrettanto fondamentale, per segnare sempre, anche con l’opinione e non
solo con la cronaca, l’attualità del nostro Rotary. Sfogliate una rivista nuova, non solo
per forma. Buona lettura.
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Andrea Pernice