IL PRESIDENTE INTERNAZIONALE 5
lettera di
novembre
PROSPETTIVA
SUL MONDO
ROTARIANO
Rotary
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Rotaract
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*
dati al 31 gennaio 2011
dati al 31 dicembre 2010
Cari fratelli e sorelle nel Rotary,
nel 1885, il Times di Londra pubblicò una serie di pagine editoriali
in onore del centesimo compleanno di Sir Moses Montefiore, il
finanziere britannico riconosciuto come Cavaliere del trono dalla
Regina Vittoria. Gli articoli commentavano l’onestà, la generosità
e la volontà di Montefiore di aiutare i bisognosi. Un racconto in
particolare ne descrive il carattere.
Quando qualcuno chiese a Sir Moses, uno degli uomini più ricchi
della sua era, quanto valesse in termini monetari, piuttosto che
rispondere scortesemente ad una domanda così personale, dopo
una breve pausa, egli rispose con una cifra che non convinse il suo
intervistatore. Infatti, questi replicò che secondo lui valeva almeno
dieci volte tanto quella cifra. Sir Moses a quel punto gli rispose:
Giovanotto, non mi ha chiesto qual era il valore delle mie risorse
economiche, ma quanto valevo. Quindi io ho calcolato tutto quello
che ho dato in beneficenza quest’anno, ed è quella la cifra che le
ho dato. Nella vita il valore della nostra persona va calcolato in
base a quello che vogliamo condividere con gli altri”.
Quando calcoliamo quanto valiamo, pensiamo in termini di quello
che possediamo, o al modo in cui usiamo i nostri averi? Quando di-
ciamo che tutti noi esseri umani abbiamo lo stesso valore, agiamo
in base a ciò che predichiamo?
Io credo che essere Rotariani significa considerare diversamente
tutte le nostre risorse. Quanto bene possiamo fare con quello che
abbiamo? Quali sono le scelte da fare per trarne maggior profitto?
Nel Rotary, siamo tutti coscienti del fatto che esistono tanti bisogni
in tutto il mondo. Sappiamo bene quanto possiamo aiutare tramite
la nostra Fondazione. Siamo in grado di cambiare la vita delle per-
sone, riportare la speranza e costruire il futuro della gente, solo se
decidiamo di farlo.
Nella vita, si tratta di fare delle scelte. Possiamo scegliere di chiu-
dere gli occhi di fronte ai bisogni del prossimo, di tenere quello
che abbiamo per noi stessi e di dichiarare che i problemi del pros-
simo non ci riguardano. Oppure, possiamo decidere di guardare
oltre le distanze, il colore, la lingua, i vestiti e le culture, e vedere
che la gente di tutto il mondo è come noi, e rifiutare di guardare
dall’altra parte.
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