IL PRESIDENTE INTERNAZIONALE 5
lettera di
marzo
PROSPETTIVA
SUL MONDO
ROTARIANO
Rotary
Soci: 1.218.199 - Club: 34.282
Rotaract
Soci: 207.690 - Club: 9.030
Interact
Soci: 323.104 - Club: 14.048
Rotary Community Corps
Soci: 167.210 - Corpi: 7.270
* dati al 31 dicembre 2011
Cari fratelli e sorelle nel Rotary,
nel primo messaggio che ho scritto per questa rivista, lo scorso
luglio, ho citato Mohandas K. Gandhi, che disse: “Devi essere il
cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. E nei mesi successivi,
ho avuto incredibili opportunità di viaggiare per il mondo Rotary e
vedere come i Rotariani, ovunque essi siano, stiano mettendo in
pratica tali parole.
Creare cambiamenti positivi significa, nell’accezione più semplice,
utilizzare le nostre conoscenze e risorse per risolvere un proble-
ma. Ma quando parliamo di risolvere i problemi umanitari in modo
reale e duraturo, la conoscenza, le idee e le risorse non bastano
per garantire risultati. Dobbiamo fare riferimento a qualcos’altro
che non è meno importante: la sostenibilità.
Una soluzione sostenibile è quella che continuerà ad esistere an-
che dopo che i Rotariani che l’hanno proposta e promossa non ci
saranno più. Questo significa che anche se il progetto ha origine
nel Rotary, la comunità se ne approprierà. E concretamente signi-
fica che quando una parte della pompa d’acqua si rompe, ci sarà
una procedura da seguire per riparare e mantenere quella pompa
funzionante, che sarà effettuata dalla comunità, senza dover rivol-
gersi al Rotary.
Il primo passo verso la sostenibilità è di capire il bisogno; ad
esempio, il problema del gas per la cucina, molto comune nei
Paesi in via di sviluppo. In diverse aree, i forni solari sono una
soluzione meravigliosa: sono poco costosi, si basano su una fonte
energetica gratuita, non inquinante e inesauribile, e sono semplici
da utilizzare e gestire.
Ma prima di andare in una comunità e tentare di risolvere i suoi
problemi energetici con l’installazione di forni solari, dobbiamo
comprenderne appieno la situazione, e guardare oltre il problema
che ci si trova d’avanti. Forse i cibi locali devono essere cotti ad
una temperatura superiore a quella del forno solare. Forse la zona
è esposta a forti venti, ed i forni solari potrebbero essere spazzati
via. Forse è una tradizione di quella regione iniziare la cottura
prima dell’alba, che, naturalmente, non si può fare con un forno
solare. Questi sono problemi a cui magari non si è mai pensato, ma
che potrebbero portare all’utilizzo dei pannelli solari per riparare
i tetti o tenere asciutto il mangime degli animali invece che per
cucinare.
Se cerchiamo di apportare cambiamenti, non basta dire: “Il mio
metodo è il modo migliore”. Dobbiamo prestare ascolto e tenere gli
occhi aperti, e non solo parlare. Potremo aiutare gli altri solo se ci
diamo da fare con un’apertura mentale e con la consapevolezza,
l’impegno e la perserveranza di mantenere le nostre promesse.
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