Rotary | Ottobre 2013 - page 17

L’Opera House
Secondo George, la Sydney Opera House era l'edificio più
splendido che avesse mai visto. Abbiamo colto ancora di
più il suo splendore solo dopo esserci avvicinati e aver girato
intorno alla struttura. Nel 1957, il giovane architetto danese
Jørn Utzon aveva vinto il concorso internazionale per realiz-
zare il progetto. Dai suoi schizzi si vedevano delle vele audaci
che lui aveva creato come spicchi tagliati di una sfera. Il suo
progetto però si era rivelato difficile da realizzare ed erano
state escogitate varie soluzioni ingegneristiche per poter tra-
sformare la sua idea progettuale in realtà. L'edificio adesso
contiene 1000 stanze, tra cui sei teatri e altrettante aree
dietro le quinte, con spogliatoi, stanze per le prove e un’area
di ristoro. Abbiamo fatto il tour alle 7 del mattino e abbiamo
imparato a conoscere la sua storia fatta di sfide e trionfi. Era-
no stati previsti quattro anni per finire i lavori, ed un costo di
7 milioni di dollari australiani. Dopo 14 anni, il costo finale
ammontava a 102 milioni di dollari. In seguito a varie con-
troversie, Utzon aveva deciso di lasciare la gestione dei lavori
prima che l’opera fosse completata. Inoltre, non tornò mai
più a Sydney per vedere la struttura finale. Suo figlio, invece,
è coinvolto negli attuali lavori di ristrutturazione.
La ristrutturazione del teatro è dovuta al fatto che le decisioni
adottate in precedenza per il palcoscenico non erano quelle
giuste: l’area principale per l’orchestra doveva essere l’area
per il gruppo lirico e viceversa. Il soffitto che copre l'orchestra
svetta maestoso sopra il palco ma non produce una buona
acustica, con conseguenze negative per i musicisti. Adesso
è stata installata una serie di dischi acustici sopra l’area
dell'orchestra per risolvere il problema degli effetti sonori.
L’area per i cantanti ha un palco con un proscenio abbastanza
corto che attraversa gran parte della buca dell'orchestra. Inol-
tre, sono stati installati dei monitor televisivi a circuito chiu-
so, per consentire ai musicisti seduti nella parte posteriore
della buca di vedere il direttore d’orchestra. I musicisti che
suonano il trombone sono seduti dietro una parete divisoria
in plexiglass per attutire il potente suono del loro strumento.
I miei figli vanno agli spettacoli di lirica dall’età di cinque an-
ni. Al Teatro dell'Opera di Sydney, George ed io abbiamo visto
la Tosca seduti in settima fila, e abbiamo constatato che Yon-
ghoon Lee, che interpretava Mario Cavaradossi, aveva davvero
una potente voce. Ma chissà se gli spettatori seduti in alto in
tribuna e nelle ultime file hanno potuto apprezzare le qualità
canore e sonore. Tra l'altro, c’è da notare che nessuna delle
sale ha navate centrali; il che crea problemi logistici e caren-
za di spazio personale per gli spettatori.
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ASPETTANDO SYDNEY
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