Rivista Rotary | Giugno 2014 - page 42

É sin troppo
evidente la necessità del rinnova-
mento e dello sviluppo qualitativo e quantitativo in qualsia-
si forma associativa: nel Rotary questa importanza assume
carattere di assoluta rilevanza.
Il vero patrimonio del Rotary non è costituito dalle risorse
economiche che, peraltro, nel tempo ha mostrato di sa-
per raccogliere e correttamente utilizzare, ma dalla forza
propulsiva dei suoi soci, chiamati a essere artefici delle
idee e strumenti della loro realizzazione. Sono i soci, con
il proprio impegno civile e con le proprie professionalità
che rendono possibile tutto questo; ma, per essere efficaci
nella loro azione, essi devono essere sufficientemente in-
formati e formati.
Clifford Dochterman, Presidente Internazionale 92-93 del
RI, sosteneva che le idee rotariane soni i semi: essi hanno
bisogno di un buon terreno per svilupparsi (i soci), ma prin-
cipalmente di “cure e attenzioni” (verso i soci)
Cure e attenzioni a cominciare dalla fase iniziale, quella
della cooptazione e dell’ingresso, perché è quello il mo-
mento formativo più importante, quello della condivisione
delle grandi idealità alla base del nostro operare, senza
equivoci, evitando forzati autocompiacimenti ma anche
interpretazioni al limite della correttezza, così come il
possibile cristallizzarsi di pregiudizi e di una solo parziale
aderenza allo spirito e alla lettera delle nostre idealità.
Nessuna ragione di opportunità personale, d’impegno
temporale e professionale, di “lesa maestà” nei confronti
della storia personale di ciascuno di noi può giustificare
un comportamento “rilassato” o comunque non conforme
all’impegno assunto al momento della cooptazione.
I NUOVI SOCI
TRA IDENTITÁ E PREGIUDIZI
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ROTARY
maggio 2014
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