Rotary | Dicembre 2013 - page 10

NOTIZIE INTERNAZIONALI
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ROTARY
dicembre 2013
L’educazione delle donne, per arricchire la società.
Il centro educativo di Zabuli
Nel 2005 Razia Jan ebbe un’idea pe-
ricolosa: aprire una scuola privata fem-
minile nella sua terra natale, l’Afghani-
stan. I Talebani qui usavano la violenza
per evitare che le donne ricevessero
un’educazione. Nel 2008, l’anno in
cui aprì la scuola, i terroristi del paese,
armati di bombe, gas nocivo, pistole,
granate e acido, uccisero 149 tra in-
segnanti, studenti e impiegati nelle
scuole Afghane.
Ma Jan, che aveva lasciato l’Afghani-
stan nel 1970 per studiare negli Stati
uniti e non era potuta tornare fino a
dopo l’invasione Sovietica nel 1979,
non intendeva farsi fermare dai terro-
risti. Incontrò ufficialmente il ministro
dell’istruzione Afghano e lo convinse a
donarle un pezzo di terra in un villaggio
non molto distante da Kabul. Oggi il
centro educativo Zabuli è in piedi da
sei anni, e ha iscritte più di 400 ragaz-
ze nell’età tra la scuola materna e le
scuole medie. Senza la scuola, molte
delle studentesse non avrebbero avuto
la possibilità di avere un’educazione.
“Credo che possa avvenire un cambia-
mento tra queste ragazze e in questa
comunità”, dice Jan, appena rientra-
ta in Afghanistan dopo aver avviato
una sartoria di successo a Duxbury, nel
Massachusset. “Il sapere è una cosa
che nessuno può toglierti”.
Perché hai deciso di tornare in Afgha-
nistan e aprire una scuola femminile?
Avevo visto le condizioni e i modi sba-
gliati in cui le ragazze erano trattate.
Dovevo fare qualcosa. Pensai che non
c’erano scuole per ragazze e qui ne
avrei potuta costruire una. A quell’e-
poca ero presidente del RC di Duxbury,
e decidemmo di iniziare una raccolta
fondi. Raccogliemmo 65.000 dollari
in una notte. Era il 2005. Nel 2008
organizzammo due eventi con Khaled
Hosseini, autore dei due romanzi, Il
cacciatore di aquiloni e Cento splendidi
soli, che ci aiutò a raccogliere più di
120.000 dollari.
Il posto dove abbiamo costruito la scuo-
la è in una comunità di sette villaggi,
un’area povera, e le persone non ave-
vano mai visto una scuola femminile.
La mia speranza è che questa scuola
possa spezzare il circolo della povertà.
Hai incontrato qualche resistenza?
Quando arrivai la prima volta in questa
comunità un uomo mi si avvicinò fis-
sandomi in modo strano. Mi chiese che
cosa ci facessi lì, e mi disse di andare
a sedermi con le altre donne a bere
una tazza di the. Gli risposi che ero
venuta per costruire una scuola, e sarei
rimasta finché non l’avessi costruita.
Avrebbe dovuto abituarsi all’idea che
non sarei andata a sedermi in casa. Era
la prima volta che una donna sfidava
quest’uomo.
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