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ROTARY
giugno 2014
DAVID KENNERLY
qualcuno che li aiuti a documentarlo, che sappia farlo con
professionalità. Raramente sono entrato in conflitto con qual-
cuno, ho sempre cercato di mettermi nei loro panni.
Prima hai citato il lavoro svolto per il Presidente
Ford. Lui ti diede, in sostanza, le chiavi della Casa
Bianca a 27 anni. Ci racconti di più di questo?
Beh, per farla breve il Presidente Ford era un ragazzo umile
proveniente dal Midwest che seppe lasciarsi alle spalle un’in-
fanzia difficile per diventare un grande leader politico – uno
di quelli che genuinamente piacciono alla gente. Così come
io mi feci strada da Roseburg, Ontario, nonostante provenissi
da una famiglia umile e senza nessun aggancio. Diventammo
amici quando lo immortalai come Vice Presidente e finì in
copertina sul Time magazine.
Ti sei mai chiesto, svegliandoti la mattina, sono
veramente il direttore dell’ufficio fotografico del
Presidente degli Stati Uniti?
Non lo diedi mai per scontato. Ogni giorno che attraversavo i
cancelli della Casa Bianca e le guardie mi facevano passare
con un sorriso, non potevo crederci. E il fatto che potevo
entrare nella Studio Ovale e nessuno mi fermava? Pensavo
che presto o tardi mi avrebbero arrestato. Il Presidente Ford
faceva in modo di farmi sentire a casa, sapeva quello che
avevo fatto in Vietnam, era un veterano di guerra, e rispettava
il mio lavoro, lasciandomi fotografare qualunque cosa volessi.
Com’è stato il tuo ultimo giorno?
È stato come essere a una parata. Sarei rimasto in sella ma
una brusca frenata mi ha scaraventato sulla strada. I cancelli
si chiusero dietro di me e sapevo che non avrei potuto girarmi
e rientrare. Ero sopraffatto dalla tristezza. Fortunatamente
avevo molte possibilità davanti. Alla Casa Bianca conobbi
dozzine di fotografi dell’ufficio stampa di Nixon. Le mie
cortesie verso di loro devono aver sviluppato una specie di
karma positivo. John Durniak, editore fotografico del Time, mi
riassunse al mio vecchio lavoro e mi fece lasciare Washington
per il medio oriente. Era importante per me andarmene, John
questo lo sapeva, e recuperare dall’esperienza della Casa
Bianca.
Che cos’hai preso in considerazione per valutare il
nostro concorso di quest’anno?
Ha questa foto fermato il tuo passo? Questa è la mia prima
domanda, sempre. È qualcosa che non avevo mai visto pri-
ma? C’è un punto di vista che non avevi mai preso in con-
siderazione o mai visto? Il soggetto può essere una persona
come una montagna. Qual è l’elemento che rende unica la
foto? Quando sono giudice di un concorso, scorro le foto rapi-