Rivista Rotary | Giugno 2016 - page 36

Shot ha raggiunto quota 700.000,
divenendo la parte più attiva del sito
nationalgeographic.com.
Riguardo questo punto, lei ha valuta-
to le opere della comunità rotariana
di fotografi. Cosa guarda all’interno
di un concorso fotografico per giudi-
carne le immagini?
L’unica cosa che guardo sempre è
l’inquadratura. Sono raffigurato io
nella parte dell’immagine che il foto-
grafo ha puntato? Alcune persone si
rifanno alle regole di altri come mo-
do per creare l’inquadratura. Io non
sono così radicale. Voglio solo meno
distrazioni possibili da qualsiasi cosa
tu stia cercando di catturare.
Che cosa porta un’immagine da buo-
na a ottima?
I fotografi dicono che un’immagine
“è come un pugno allo stomaco”
o che “ti fa battere il cuore”. Deve
farti muovere. Se è un paesaggio,
voglio andare là. Se è una persona,
mi piacerebbe poter incontrare quel-
la persona. Senti la necessità di una
connessione personale ed emotiva.
Qual è la differenza tra raccontare
una storia attraverso una fotografia
o semplicemente scattare delle foto?
Una storia fatta da fotografie do-
vrebbe essere vista come un viaggio
attraverso un argomento o un’area
tematica. Cerchi di muovere l’os-
servatore tramite quello che gli stai
presentando, cosicché alla fine ci
sia un buon livello di comprensione.
Visualmente, lo si fa cambiando l’in-
quadratura.
Innanzitutto, ci si apre per vedere
tutto l’ambiente, poi si scatta un’al-
tra immagine, più vicina, ottenendo
un’altra inquadratura – un ritratto
di uno dei personaggi o un dettaglio
di quello che stanno facendo. Un
oggetto. Quello che avviene è accom-
pagnare l’osservatore in una storia
come se ci stesse camminando den-
tro. Più ti avvicini, più vedi meglio e
noti i dettagli.
Come possono i rotariani catturare i
loro soggetti in modo più efficace?
La chiave è farlo più volte. Pratica.
Scattare più di una fotografia dello
stesso soggetto. Cambiare l’inquadra-
tura inginocchiandosi o avvicinandosi.
PHOTO CONTEST
36
ROTARY
giugno 2016
Il lavoro del fotografo David Gut-
tenfelder e dello scrittore Jonathan
Franzen è terminato con la protezio-
ne degli uccelli canterini migratori,
uccisi a milioni nel Mediterraneo.
Gli uccelli sono stati uccisi per ci-
bo, profitto, e persino per crudele
divertimento.
In alto
A Cipro una sterpazzola, in viaggio
verso i territori africani, si è impiglia-
ta in una trappola su un ramoscello
di lime.
In basso
In Albania, una marzaiola morta
galleggia nell’acqua servendo da
esca in un poligono di tiro.
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