ROTARY |
novembre 2011
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Uno dei più grandi successi degli sforzi del Rotary a fronte dell’eradicazione
della polio potrebbe essere un’alleanza di cui non si è mai sentito parlare.
L’Iniziativa per l’Eradicazione Globale della Polio (GPEI) è la gigantesca
macchina organizzatrice che sta dietro allo sviluppo di nuovi vaccini, la
scoperta ed il contenimento di nuovi casi e la vaccinazione di centinaia di
milioni di bambini ogni anno. Essa è diventata ormai il modello per
partnership pubbliche e private su larga scala che riescono a migliorare le
condizioni di vita di milioni di persone e a contrastare la diffusione delle
malattie.
Anche se non si ha familiarità con la GPEI, senz’altro si riconosceranno
con facilità i nomi dei partner che ne stanno alla guida: l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS), l’UNICEF,i Centri statunitensi per il controllo
e la prevenzione delle malattie (CDC),e,naturalmente,il Rotary International.
Dieci anni prima dell’unione tra i partner nel 1988, il Rotary aveva preso
parte ad un progetto mirante a vaccinare sei milioni di bambini nelle Filippine
contro la polio. All’epoca,le organizzazioni internazionali di salute pubblica
erano occupate ad eradicare un altro virus mortale: il vaiolo. Ma in seguito
alla sua certificata eradicazione nel 1979,i gruppi erano pronti ad affrontare
una nuova sfida, e decisero di concentrarsi sulla polio.
La polio è una tra le tante malattie selezionate potenzialmente
eradicabile”,ha spiegato Stephen Cochi,consulente senior nell’ambito della
Divisione sull’Immunizzazione Globale del CDC.
La GPEI è nata, quando l’Assemblea Internazionale sulla Salute – in
parte grazie all’incoraggiamento della campagna di raccolta fondi del Rotary,
che aveva ammassato un totale complessivo di 247 milioni USD – aveva
adottato una risoluzione nel 1988 intesa ad eradicare la polio in tutto il
mondo.Nel corso dei primi dieci anni,la partnership è riuscita a conseguire
cospicui progressi. Nel 1988, esistevano 125 Paesi polio-endemici ed un
totale di 350.000 nuovi casi. Entro il 2000, quei numeri erano diminuiti a
20
Paesi e 719 nuovi casi.
Una delle ragioni del drastico declino è dovuta al
Global Polio Laboratory
Network
,
stabilito nel 1990 come una componente della GPEI.Gli studiosi
usano il network per rilevare il movimento della malattia da un Paese
all’altro, aiutando l’iniziativa a rispondere al virus laddove ha origine e
laddove emigra. E dal momento che la rete dei laboratori può prevedere
l’andamento della malattia e prevenirne diffusioni di ampia portata, essa è
diventata un modello per il rilevamento della diffusione di altre malattie
derivanti da vaccini prevenibili, come il morbillo, la rosolia, la febbre gialla
e l’encefalite giapponese.
Questa rete di laboratori continuerà ad essere di grande utilità nella
lotta contro molte altre malattie infettive rampanti e che diventano sempre
più prevalenti e pericolose”, ha spiegato Robert S. Scott, Presidente della
Commissione PolioPlus del Rotary Internazionale.La GPEI ha anche fatto
progressi nel rilevamento delle malattie in seguito al notevole calo della
loro prevalenza.“Quando esiste un ingente numero di casi, la poliomielite
è molto facile da rilevare,anche se si riesce a scoprire una piccola percentuale
di casi”, ha affermato Robin Nandy, consulente sanitario degli anziani e
caposquadra del team dell’UNICEF dedicato alla polio.“Dopo aver ridotto
il numero di casi, occorre mantenere alta la sorveglianza per evitare di
lasciarsi scappare qualche caso”.
Il sistema di monitoraggio tecnologicamente avanzato della partnership,
ideato per rilevare tutti i nuovi casi di polio, consiste in una procedura di
quattro fasi: indagine sui casi di paralisi nei bambini, raccolta e trasporto dei
campioni di feci per l’analisi, identificazione del poliovirus nei campioni e
mappatura del movimento del virus per determinarne le origini.
Un altro punto chiave dello sviluppo tecnico della GPEI è la creazione
del vaccino orale antipolio bivalente che riesce a fornire l’immunizzazione
contro i tipi 1 e 3 del poliovirus selvaggio (il tipo 2 è stato eliminato nel
1999),
e che è più efficace rispetto al vaccino trivalente tradizionale. Lo
sviluppo del vaccino bivalente, in uso dal dicembre 2009, è stato possibile
grazie al programma di ricerca attiva del partenariato.
Nonostante i suoi successi, la GPEI deve affrontare sfide per la fornitura
del vaccino nei quattro Paesi polio-endemici rimanenti.Afghanistan, India,
Nigeria e Pakistan hanno tutti infrastrutture sanitarie deboli, che rendono
vulnerabili i Paesi confinanti all’importazione del virus, sempre secondo
Cochi. L’eliminazione dell’ultimo punto percentuale dei casi di polio
INIZIATIVA PER
L’ERADICAZIONE
GLOBALE DELLA
POLIO
Partnership del
Rotary stabilisce
gli standard
A cura di Susie Ma
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