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PHOTO CONTEST
il momento. Per questo ogni luogo fa’
storia a sé. Ho sempre creduto che il la-
voro del fotografo giornalista fosse più
quello di raccontare delle storie di vita
comune, bella o brutta, facile o difficile,
piuttosto che andare dietro alle star, o
ai Beatles. Per questo quando mi asse-
gnarono il primo importante reportage
sul gruppo ero un po’ restio, per poi ac-
corgermi a posteriori del significato che
quella assegnazione ha avuto nella mia
carriera di fotografo, anche in relazione
alla ribalta per le storie meno popolari
raccontate dalla mia fotografia.
Ha giudicato le fotografie finaliste del
nostro Photoshop Contest. Secondo
qual criteri?
Una buona fotografia non potrà mai ri-
petersi. E’ come l’immagine catturata
dall’occhio, guardando fuori dal finestri-
no su un treno in corsa. Ecco cosa è la
fotografia. Non mi piacciono le fotogra-
fie di studio perché puoi ripeterle miglio-
randole anche a distanza di tanto tempo.
Harry Benson ha mai chiesto a un
soggetto di dire “cheese”?
Non l’ho fatto, ma ho sempre chiesto di
sorridere. Tutti sono più espressivi nel
sorridere, a parte rare, rarissime ecce-
zioni, talvolta proprio in caso di perso-
naggi eccellenti.
Tra tutte le sue fotografie ce n’è una
favorita?
La battaglia dei cuscini tra i Beatles.
Tra le irripetibili è senz’altro la più uni-
ca.
Q
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