Rotary | Ottobre 2013 - page 33

SPECIALE PROFESSIONALITÀ
33 speciale professionalità
In un sistema condizionato dalla crisi, come si determina una
nuova spinta per la crescita?
Essenzialmente con due cose: la meritocrazia e il rispetto
delle regole. Da noi la meritocrazia non è mai nata perché il
successo delle persone è più legato a chi si conosce che al
merito. Ciò è avvenuto perché la meritocrazia non significa
trovare un lavoro se si ha il “pezzo di carta”, ma competizione
a livello di imprese e di individui, che non può nascere senza
il rispetto delle regole. La bravura e l’impegno contano poco
in una economia dove si può andare avanti solo con le cono-
scenze e con il non rispetto delle regole. Le riforme necessa-
rie della politica sono immensamente più radicali di quelle
affrontate dai governi Monti e Letta. Riformare il lavoro per
permettere la meritocrazia individuale trasformando il nostro
welfare famigliare. Affrontare il problema delle pensioni in
maniera ancora più radicale di quanto fatto dal Min. Fornero
eliminando le pensioni di anzianità e attaccando gli squilibri
tra contribuito e incassato. Combattere l’evasione fiscale ridi-
segnando la mappa di chi fa gli accertamenti, chi li esegue e
chi giudica (GDF, Agenzia delle Entrate, Magistratura tributa-
ria). Nazionalizzare la regolazione nella sanità nell’ambiente
e nei trasporti svuotando il ruolo delle regioni. Estendere
l’esempio del tribunale di Torino a tutta l’Italia. Riformare la
scuola negli interessi degli studenti e non dei docenti. Il pro-
blema è che per fare queste riforme bisogna attaccare molti
privilegi che milioni di italiani hanno accumulato in molti an-
ni. Bisogna risvegliare la società civile che è più penalizzata
da questi privilegi. Essenzialmente le donne, i giovani e tutti
gli italiani che rispettano le regole e la meritocrazia.
Quale scelte dovrebbe affrontare l’Italia per rafforzare la pro-
pria statura nell’economia dei servizi?
L’Italia manifatturiera ha fatto molto e forse può fare di più,
ma sarà difficile, visto che siamo ancora tra i primi 5 paesi
del mondo. Ciò che bisogna spingere sono i servizi (terziario)
come le professioni, il turismo, il commercio, le assicurazio-
ni. Sono settori locali e non globali e il rispetto delle regole
diventa essenziale. Se la Fiat non è competitiva il consumato-
re può scegliere facilmente una Toyota. Ma capire una tariffa
assicurativa è molto più difficile. Se l’ex Presidente dell’I-
SVAP era in ottimi rapporti con gli azionisti della Fondiaria
è difficile che possa nascere la regulation che aumenterà la
produttività delle imprese assicurative italiane e che le tariffe
RC auto smettano di essere le più care d’Europa.
L’Italia delle caste e la meritocrazia, cosa frena la leadership
dei giovani?
La incapacità del sistema delle imprese private italiane a
valorizzare il capitale umano è testimoniata dai sondaggi di
“great place to work”, che dimostrano in maniera spietata
come non è piacevole lavorare nelle imprese private italiane.
Nel settore pubblico poi, non ne parliamo, si è selezionati so-
lo con raccomandazioni e si fa carriera solo per anzianità – il
merito non è mai nato.
I giovani vengono penalizzati come dimostra la peggior di-
soccupazione giovanile del mondo occidentale, da molti anni
e ben prima della crisi. Da un lato le aziende italiane non
investono nel recruiting di giovani come le multinazionali e,
dall’altro la scuola non serve a nulla. Né per formarli, né per
selezionarli, perché i voti di maturità e quelli di laurea oggi
vogliono dire ben poco. Non stupisce che molti giovani italia-
ni si siano “chiamati fuori”.
Cosa significa professionalità oggi?
“Professionalità“ ha sempre significato comportamenti seri e
corretti sul lavoro, che tengono conto degli interessi dei clien-
ti e dei colleghi prima dei propri. Il significato del termine
non è cambiato. E’cambiato il contesto economico e sociale
in Italia che, non premiando più la vera professionalità, ne ha
decretato la morte.
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