Rivista Rotary | Dicembre 2015 - page 18

INCONTRI
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ROTARY
dicembre 2015
Ho avuto una discussione con il presidente del Polio Survivor
Group della Nigeria sul come aiutare i sopravvissuti alla polio
con le sedie a rotelle. Ci sono varie taglie: piccola, media,
grande. Mi ha colpito il fatto che a un certo punto non aves-
simo più le piccole. E gradualmente, non avremo più bisogno
né delle medie, né delle grandi. Quando avremo debellato la
polio, tutti gli sforzi e tutte le agonie delle persone affette da
polio e di chi sta lavorando per assisterli vedranno una fine.
Il costo umano richiesto dalla polio non potrà mai
essere misurato. Ma cosa si può dire dei costi attuali?
Quanto salveremo una volta che la polio sarà eliminata?
Esiste una stima di 40 - 50 miliardi di dollari che riguarda il
progetto di salvare vite entro il 2035. Esiste poi una grande
cifra di soldi che verrà destinata ad altri importanti bisogni
sanitari. Il mondo sarà un posto più sano per tutti.
L’anno scorso, la Nigeria ha usato le infrastrutture che
erano state create per combattere la polio per fermare
la trasmissione dell’ebola. In quali modi le infrastruttu-
re per la polio verranno usate in futuro?
Mentre noi dobbiamo trovare un modo di transizione per una Ni-
geria senza polio, una delle prime preoccupazioni è quella di non
dimenticare cosa bisogna fare là. Non vogliamo svegliarci, una
volta che la polio è stata debellata, e domandarci: “Cosa accadrà
a tutte le risorse che abbiamo costruito negli anni?”. Dobbiamo
assicurarci che i finanziamenti continuino anche dopo il raggiun-
gimento dell'obiettivo, e che i finanziatori non perdano di vista
l’importanza dell’assistenza sanitaria primaria, in particolare
dell’immunizzazione di routine. La chiave della strategia finale
è di assicurarsi che le immunizzazioni di routine continuino.
Ogni bambino nato deve essere coperto. E non possiamo fare
affidamento sulle Attività d’Immunizzazione Supplementari o
sul servizio sanitario (AIS). Necessitiamo di una combinazione
tra AIS e alto livello di copertura delle immunizzazioni di routine.
Le nostre strutture per l’assistenza sanitaria primaria non
sono ancora come vogliamo che siano. Non sono accessibili a
molte persone. Se supportiamo e potenziamo il sistema delle
immunizzazioni di routine, sarebbe una grande eredità da
lasciare per placare altre malattie dell’infanzia.
Come raggiungerete questo obiettivo?
Abbiamo molti volontari mobilizzati a livello locale, e grazie
alla stretta interazione tra loro e le comunità – abbiamo cre-
ato un rapporto di fiducia – ora gli interventi sanitari saranno
più facili. Queste persone provengono dalle comunità stesse,
sono rispettate dalla gente, e quindi possono arrivare e dire:
“Guardate, vi abbiamo portato questo programma. Farà stare
meglio i vostri bambini”, se ha a che fare con le immunizza-
zioni, l’igiene, il lavare le mani e le nascite. Questi interventi
da adesso saranno più semplici, e vogliamo assicurarci che
continueremo a impiegare i nostri operatori.
Pianifichiamo di iniziare a sostenere ciò con il presidente e
nell’Assemblea Nazionale per aumentare il budget dell’assi-
stenza sanitaria primaria, in modo che le immunizzazioni di
routine continuino e altre malattie dell’infanzia siano coperte.
L’anno scorso lei disse di essere ottimista sul fatto che
entro la fine del 2014 avremmo visto il nostro ultimo
caso di polio in Nigeria. Cos’ha fatto la Nigeria di diver-
so nel 2014 per renderlo possibile?
Una delle maggiori cose che abbiamo fatto ha riguardato la
regolare rivalutazione di ogni iniziativa realizzata. I Centri
Operativi di Emergenza (COE) iniziarono a interessarsi mag-
giormente della prevenzione. Le varie problematiche vennero
trattate con i mezzi necessari in base alle diverse situazioni.
Quando si organizza la giornata Nazionale d’Immunizzazione
(GNI), viene fatto regolarmente un esame nell’area locale, e
questo esame è inoltrato ai COE dello Stato, e se i problemi
non possono essere risolti, essi vengono immediatamente
trasmessi al COE nazionale.
In tempo reale, i vari casi vengono indirizzati. Non aspettano
fin dopo la GNI. C’è molta più responsabilità. Esistono dei
team di supporto gestionale composti da funzionari senior,
tra cui dei funzionari rotariani. Il leader del team deve super-
visionare il lavoro dell’intera squadra. Lui sa chi deve essere
presente in quel preciso momento e sa cosa bisogna fare.
E se non lo si sta facendo, lui chiama i singoli interessati
dando ordini qua e là, e in più fa far loro quello che sono
tenuti a fare; oppure se non sono in grado di svolgere quel
compito, il leader prende le misure per assicurarsi che quel
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