Rivista Rotary | Giugno 2015 - page 5

Noi rotariani aspiriamo a grandi cose e ammiriamo le persone
che hanno donato tanto all’umanità: Abraham Lincoln, che ha
donato dignità agli oppressi; Madre Teresa, che ha donato com-
passione agli abbandonati; Mahatma Gandhi, che ha donato
grandi cambiamenti pacifici. La loro vita è stata un dono per il
mondo intero.
Noi possiamo farci ispirare dal loro esempio. Possiamo essere
ispirati a chiederci: “In che modo posso, personalmente, nella
mia vita – senza dover abbandonare le mie responsabilità a cui
tengo tanto – diventare un dono per il mondo?”
Mentre riflettevo sul mio tema, ho pensato alle lezioni apprese
attraverso la mia fede induista e, in particolare, ho pensato al
racconto di Sudama.
Sudama era un bambino povero, amico d’infanzia di Krishna,
che era nato con origini reali da avatar – incarnazione del di-
vino. Da bambini, i due erano molto legati, ma col tempo si
erano allontanati; mentre Krishna divenne un leader militare
e un re di grande fama, Sudama rimase un umile abitante nel
loro villaggio.
Col passare degli anni, Sudama divenne sempre più povero, fino
a quando un giorno non ebbe più nulla con cui sfamare i figli.
Sua moglie gli ricordò la sua amicizia con Krishna, dicendogli
che forse era arrivato il momento di chiedere aiuto al grande
monarca. Sudama, con molta riluttanza, decise di far visita
all’amico, ma non lo avrebbe fatto a mani vuote. Racimolando
qualche cucchiaio di riso, gli ultimi chicchi rimasti alla sua fa-
miglia, li avvolse in un pezzo di stoffa, per regalarli al suo amico.
Sudama, arrivato al palazzo, si rese conto della grandezza di Kri-
shna che lo accolse calorosamente, e pensò che il suo modesto
dono avrebbe solo ricordato all’amico la sua povertà. Krishna
abbracciò Sudama, che teneva la mano dietro la schiena tenen-
do nascosto il regalo, e gli chiese cosa nascondesse.
Invece di essere sprezzante, Krishna accettò il riso con gratitudi-
ne e lo mangiò con grande gioia mentre stavano seduti insieme
a parlare. Dopo qualche ora passata a ricordare la loro amicizia,
Sudama dimenticò la sua disperazione, ma se ne ricordò quella
sera mentre si accingeva a tornare a casa. Sudama si rese conto
di non aver ottenuto quanto si era prefissato. Tornava a casa a
mani vuote, e i chicchi di riso che aveva donato a Krishna erano
gli ultimi chicchi rimasti alla sua famiglia.
Sudama decise di tornare dai suoi bambini affamati. Al suo
arrivo, all’alba, invece della sua capanna, trovò una casa mae-
stosa e la sua famiglia che lo attendeva. Avevano tutti un ottimo
aspetto, erano ben vestiti, e avevano un cesto pieno di cibo.
Ognuno dei doni si era materializzato a ogni chicco mangiato da
Krishna donatogli da Sudama.
Krishna aveva compreso ciò che Sudama gli aveva portato,
cioé tutto ciò che aveva da donare. In cambio, Krishna diede a
Sudama tutto ciò di cui lui aveva bisogno. Nella vita, non è im-
portante il valore materiale dei doni che facciamo, ma l’amore
con cui li doniamo. Così come il dono di Sudama a Krishna era
diventato un dono per Sudama, il dono che noi facciamo attra-
verso il Rotary diventa un dono a noi stessi. E abbiamo davanti
a noi una scelta da fare: tenerci i nostri doni o darli al prossimo,
così come ci ricorda il nostro tema: Siate dono nel mondo.
Abbiamo solo una chance nella nostra vita e durante quest’anno
rotariano. Adesso tocca a noi. Afferriamo quest’opportunità.
Realizziamo il nostro motto, diventiamo Dono nel mondo.
5 il Presidente RI
LETTERA DI LUGLIO
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