GIOCHI DI PACE 29
P
er la maggior parte degli
osservatori, le Olimpiadi
Invernali di Sarajevo in
Jugoslavia, del 1984, sono sta-
te un successo puro. Quell’an-
no, la più improbabile delle
città candidate, nel più im-
probabile dei paesi candidati,
fece quello che molti riteneva-
no impossibile: accese la tor-
cia, alloggiò e nutrì gli atleti,
accolse i turisti in condizio-
ni di sicurezza, e trasmise al
Mondo un’immagine positiva
della Jugoslavia socialista.
Dall’esterno, le Olimpiadi di Sarajevo
sembravano incarnare l’“Olimpismo”, il
principio che lo sport dovrebbe servire
all’armonioso sviluppo dell’uomo attra-
verso la promozione di una società giu-
sta e pacifica.
I Giochi di Sarajevo, furono le prime
Olimpiadi ad avere sia atleti Sovietici
che degli Stati Uniti, dopo che gli Ame-
ricani avevano boicottato i Giochi del
1980
a Mosca. Furono le prime Olim-
piadi Invernali in un paese comunista,
e solo le seconde Olimpiadi tenute nei
Balcani. Un record di 1437 atleti da 49
paesi diversi gareggiarono a Sarajevo,
e si stima che 640.000 spettatori assi-
stettero agli eventi, e due miliardi di
persone si sintonizzarono per guardarli
in TV.
Con un salto in avanti di 10 anni, arri-
viamo al febbraio 1994.
La guerra in Bosnia è in pieno svolgi-
mento. Sarajevo è sotto assedio.
La cerimonia d’apertura dei Giochi
Olimpici Invernali di Lillehammer, in
Norvegia, come al solito vede la “sfilata
dei partecipanti”, la simbolica marcia
di tutti gli atleti che passano tra gli ap-
plausi di migliaia di spettatori. La para-
ta inizia con la Grecia, simbolicamente
il primo paese Olimpico, seguito dalle
Samoa Americane, dagli Stati Uniti (o
Amerikas Forente Stater, in norvegese),
Andorra, Argentina, e cinque altri con-
PACE
tingenti. Poi sfila la Bosnia-Erzegovina.
La folla fa sentire la sua approvazione:
la Bosnia, che era stata dichiarata indi-
pendente nel 1992, non era mai stata a
un’Olimpiade Invernale, e questa squa-
dra aveva percorso un lungo cammino
per arrivarci. Diversi membri si erano
allenati nei campi profughi. Altri aveva-
no sfidato il fuoco dei cecchini e le mine
per lasciare Sarajevo, e due erano fuggi-
ti dalla città a bordo di un cargo aereo
delle Nazioni Unite, utilizzando le tesse-
re della stampa falsificate.
Nonostante in Bosnia fosse in corso la
guerra civile, il team olimpionico fatto
di nove persone, consisteva in due cro-
ati, tre serbi, e quattro musulmani. Per
il Bob a quattro, i membri di ciascun
gruppo erano nella stessa slitta. “Il no-
stro team di Bob è un vero e proprio
esempio del fatto che la maggior parte
delle persone crede nella Bosnia”, disse
un membro, un Croato. “Cerchiamo di
rappresentare il nostro paese, per di-
mostrare al mondo che possiamo vivere
insieme”.
Anche se la Bosnia quell’anno finì 29esi-
ma su 30 nel Bob, il Comitato Olimpico
1...,21,22,23,24,25,26,27,28,29,30 32,33,34,35,36,37,38,39,40,41,...68