ROTARY |
maggio 2012
64
International fellowship
of Rotarians
Magna Graecia
D
ELEGAZIONE
S
ICILIA
Nella sala di Palazzo Steri, sede del
Rettorato della Università agli studi di
Palermo, alla presenza delle autorità
civili e rotariane e di un nutrito pubbli-
co, la Delegazione Sicilia della Interna-
tional Fellowship of Rotarians Magna
Graecia, attenta ai grandi temi della
tradizione storica della Sicilia, ha ce-
lebrato il 20 aprile 2012 il bicentenario
della Costituzione Siciliana del 1812 in
un convegno organizzato con il patroci-
nio dell’Università di Palermo. I lavori
sono stati introdotti dal presidente della
IFRMG Sicilia, Avv. Ignazio Cammalleri,
e sono proseguiti con gli interventi del
Preside della Facoltà di Giurisprudenza
Prof. Antonio Scaglione, della Prof.ssa
Antonella Sciortino, del Prof. Tommaso
Romano, del Prof. Pasquale Hamel e del
Prof. Manlio Corselli. Il Convegno ha
rievocato il ricordo di una delle pagine
più belle legate alla autonomia ed all’in-
dipendentismo del popolo Siciliano ed
alla sua velleità di essere “Nazione” in
quanto la Costituzione siciliana del 1812
ebbe a rappresentare la prima manife-
stazione dell’attitudine all’autonomia di
quella che politicamente e moralmente
costituiva una “nazione” a sé, con una
propria coscienza assolutamente sicilia-
na, riscontrabile anche nelle sue istitu-
zioni, tradizioni e cultura, non intaccata
dalle non poche dominazioni di cui era
stata oggetto nel corso dei secoli. Ma
FELLOWSHIP
amicizia e servizio
essa fu anche il prodotto di un disegno
ben più grande che vide intrecciati gli
interessi politici ed economici dell’In-
ghilterra sull’isola, nonché il tornaconto
della classe aristocratica, che mirava a
realizzare un abile disegno volto a con-
fermare e rafforzare il proprio potere,
attraverso la redazione di un documen-
to che, dietro l’abito del modello ingle-
se, avrebbe consentito loro di emerge-
re come classe dirigente, scavalcando
lo stesso sovrano. La Carta del 1812 fu
per l’epoca una Costituzione moderna
perché introdusse il principio della di-
visione e della distinzione di ruoli fra
potere legislativo, potere esecutivo e
potere giudiziario, abolì definitivamente
il sistema feudale ed ogni suo retaggio
tutelò i diritti dell’Uomo e del Cittadino,
diede centralità al Parlamento, sancì il
principio della libertà di stampa, abolì la
tortura e sancì che il Re doveva regnare
ma non governare. Il progetto costitu-
zionale tuttavia non decollò in quanto
l’impianto giuridico venne ideato e cala-
to dall’alto senza il coinvolgimento del
popolo, con uno scollamento netto tra
chi ebbe a promuovere la Carta, intesa
come Legge fondamentale dell’ordina-
mento giuridico, e coloro ai quali essa
avrebbe dovuto essere applicata. La
morte annunciata della Costituzione
comportò per la Sicilia la fine del suo
Regno e la perdita dell’autonomia ma
fu di esempio per la creazione di altri
modelli costituzionali. Un volume con
il testo integrale della Costituzione Si-
ciliana del 1812 è stato omaggiato agli
intervenuti.
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