ROTARY |
maggio 2012
58
STRUTTURE IGIENICO -SA-
NITARIE E SVILUPPO
MIGLIORATI
100%
PAESI INDUSTRIALIZZATI
MIGLIORATI
33%
MIGLIORE
CONDIVISIONE
13%
NON MIGLIORATI
24%
DEFECAZIONE
ALL’APERTO
30%
PAESI MENO SVILUPPATI
PAESI IN VIA DI SVILUPPO
MIGLIORATI
53%
CONDIVISIONE
MIGLIORATA
9%
DEFECAZIONE
ALL’APERTO
23%
NON MIGLIORATI
15%
Migliorati (servizi igienici,
come toilet con acqua
corrente e latrine interrate)
Condivisione
migliorata (servizi igienici
condivisi da due o più
case)
Non migliorati (servizi non
igienici, come le latrine
rudimentali)
Defecazione all’aperto
una problematica rilevante sia per la for-
za lavoro che impattante in termini di pa-
gamento anticipato della licenza sociale
per operare, in particolare nei mercati
emergenti”.
4.
Mettere in primo piano i
comportamenti igienico-
sanitari.
Nelle aree urbane dell’India e in altri Pa-
esi in via di sviluppo ci si imbatte in siste-
mi idrici pubblici, ma coloro che posso-
no evitarli, lo fanno. “Ci portiamo sempre
dietro una bottiglia d’acqua, sapendo
perfettamente che milioni di persone
non si possono permettere una bottiglia
d’acqua”, ha dichiarato Kamal Kar, pio-
niere con base a Kolkata della
Communi-
ty-Led Total Sanitation (CLTS)
,
un metodo
di cambiamento delle abitudini che mira
a educare le persone perché smettano di
defecare nei campi e negli edifici vuoti,
o ai bordi delle strade. “Se bevi l’acqua
in stazione o in ospedale, è contaminata
con le feci. Un grande numero di cam-
pioni mostrano contaminanti fecali. L’ac-
qua non è sicura, è micidiale”, secondo
Kar. Modificare i comportamenti richiede
molto tempo, per questo i gruppi uma-
nitari devono rimanere coinvolti nelle
comunità dove operano, secondo Steve
Werner, socio del Rotary Club di Denver
Southeast, Colo., USA, e consulente idri-
co per una no-profit internazionale, che
era a capo della
Water for People
. “
A
lungo andare, occorre un cambiamento
delle abitudini. Se la gente usa conteni-
tori sporchi per raccogliere l’acqua, non
si ottiene niente”.
5.
Bilanciare soluzioni tecni-
che e istituzionali.
L’acqua è una problematica
locale. Alcuni posti ne hanno troppa, al-
tri non abbastanza. Alcune acque sono
inquinate da agenti chimici, altre dalle
feci. “Molti donatori, inclusi i Rotaria-
ni, si invaghiscono di determinati tipi di
tecnologie - di tipo igienico-sanitario,
di sabbia biologica, sofisticate UV”, se-
condo Werner. “Ma la tecnologia è solo
uno dei pezzi del puzzle. La formazione,
la creazione delle capacità, il finanzia-
mento sostenibile e la governance locale
sono altrettanto importanti, se vogliamo
disporre di programmi sostenibili”. Cla-
rissa Brocklehurst, ex responsabile capo
per acqua, strutture igienico-sanitarie e
igiene dell’UNICEF, aggiunge: “Alla fine,
non importa quanto la pompa a mano o
i filtri siano all’avanguardia, se non esiste
un sistema che permetta di farli funzio-
nare nel tempo. Questa è una sfida con-
tinua per le ONG sul campo, visto che
le soluzioni istituzionali devono avvenire
contemporaneamente”.
6.
Lavorare
sistematicamente.
Probabilmente, il più grande
ostacolo al miglioramento dell’accesso
all’acqua e alle strutture igienico-sani-
tarie è assicurare la sostenibilità, che
richiede la cooperazione tra vari sogget-
ti, inclusi i governi. “Saranno i governi a
investire i fondi e a realizzare la maggior
parte dei cambiamenti, e a consentire di
continuare con le operazioni a lungo ter-
mine”, secondo Brocklehurst. Le ONG,
le aziende e i donatori devono collabo-
rare per trovare risposte sostenibili ai
problemi persistenti. “Troppe volte, nel
settore dello sviluppo, gli sforzi vengono
duplicati inutilmente, o sono anche in
conflitto”, dichiara Ellis. Le partnership
tra pubblico e privato possono aiutare in
questo senso. “Coordinando le iniziative,
ogni parte può utilizzare i risultati otte-
nuti dagli altri e creare progressi espo-
nenziali verso la copertura universale per
l’acqua, le strutture igienico-sanitarie e
l’igiene”.
NOVE MODI
PER FAR FUNZIONARE I PROGETTI IDRICI
1...,50,51,52,53,54,55,56,57,58,59 61,62,63,64,65,66,67,68