ROTARY |
maggio 2012
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imitabilità. E l’atmosfera diventa priva di
orpelli, di ritualità, così, “leggera” e prati-
ca, lontana da alcuni eccessi della nostra
generazione di Rotariani.
Quale è il miglior modo per includere
le nuove generazioni tra i membri del
Rotary, chiedo al Presidente Kalyan Ba-
nerjee?
Bisogna dare, mi dice, spazio alle nuove
generazioni perché facciano nel Rotary,
quello che è loro più congeniale. Il pro-
blema dei giovani è riuscire ad allontana-
re da sé l’immagine del Club come quella
composta da persone anziane o parec-
chio più anziane di loro; dobbiamo es-
sere franchi l’uno con l’altro: stiamo sfo-
gliando un libro e non siamo sulla stessa
pagina. La nuova generazione pensa che
noi siamo tutti diversi ma in realtà le per-
sone di una certa età sono quasi sempre
accomunate da una comune attitudine,
quella di non comprendere che c’è biso-
gno di noi come guide, come “mentors”,
ma non per altro. Lasciate far loro le loro
cose nel Rotary. Se andranno in una dire-
zione diversa da quella che a noi appare
corretta, lasciateli fare.
E come Presidente, a parte i grandi
risultati conseguiti nel programma di
eradicazione della Polio, quale ritieni
sia il successo più significativo che da
quella tematica ha tratto origine?
Pen-
so che ha portato la gente insieme in
un modo mai sperimentato prima. Oggi,
quel programma dà al Rotary un peso
straordinario in ogni luogo. La gente ini-
zia a riconoscere il Rotary ed io ho detto
sempre che Polio Plus ha reso possibi-
le che il mondo scoprisse il Rotary ed
ha permesso ai Rotariani di scoprire sé
stessi e ciò che sono capaci di fare. Così,
questo è qualcosa che è successo a noi,
come Rotariani. Oggi i Rotariani sono più
amichevoli, più desiderosi di essere col-
legati gli uni con gli altri, molto di più di
quanto siano mai stati. Quando un po’ di
Rotariani si trovano insieme amichevol-
mente, come qui, stasera, non ci sono al-
tre domande da fare: tu sei un Rotariano,
io sono un Rotariano, tu devi essere una
buona persona - io debbo essere una buo-
na persona (originally:
You must be good,
I am good
);
quale messaggio semplice ed
essenziale più forte di questo?
Nella giornata che precede la Conferenza
un vero e proprio “road-show” delle nuo-
ve generazioni: una serie di visite a rea-
lizzazioni importanti non solo nel campo
dell’alfabetizzazione di base e di forma-
zione/preparazione di membri di una co-
munità estremamente disagiata(Learning
Center del RC Rhein Ein Elseira, ma an-
che in quelli relativi all’infanzia nel padi-
glione pediatrico di cardiologi infantile
del più grande ospedale del Cairo, pro-
getto del RC Giza con la partecipazione
dell’organizzazione “Gift of Life” e il pro-
getto di protezione ambientale sviluppa-
to dal RC Cairo con l’Associazione Maba-
ret Elmaraa. Rotaract ha mostrato così il
volto positivo dell’impegno dei giovani
egiziani, contagioso come pochi, deter-
minato a risultati che siano efficaci oltre
che motivanti. Si prosegue con un bagno
di folla nell’Interact nell’“Orphan’s Day”e
nel successivo Mega Multi Club RYLA
organizzato da 18 Club locali: un’oppor-
tunità di contatto con il Presidente Inter-
nazionale ed un colloquio franco e aper-
to come poche volte riesce. Tutti sono
coinvolti, dai Past Board Director Sushil
Gupta, Phil Silver e Örsçelik Balkan, a
tutti i relatori previsti nella Conferenza.
Un evento per nulla ingessato e pieno di
carica vitale. Infine la Conferenza vera
e propria che ha offerto la possibilità di
seguire un percorso ideale di riflessione
e proposta, assai interessante. Questi
solo alcuni dei molti argomenti presen-
tati dai molti relatori internazionali: “Im-
portanza del contributo di servizio delle
nuove generazioni nel Piano Strategico”
Crescita del potere delle nuove gene-
razioni”, “Come creare una visione per
i programmi delle nuove generazioni”,
La transizione dal Rotaract al Rotary”,
Lo sviluppo delle relazioni tra Rotaract
e Rotary, vere partnership nel Servizio”,
Come migliorare il servizio umanita-
rio del Rotary nel futuro”, “Il ruolo dei
programmi delle nuove generazioni per
espandere la famiglia del Rotary e il la-
voro collettivo a favore dell’umanità”,
Come fare in modo che le nuove gene-
razioni si trasformino nella prossima
generazione di Rotariani” e “Nuove sfide
per le prossime generazioni”. Su questo
ultimo tema, come relatore, ho prima
descritto il quadro del Mediterraneo nel
quale ci troviamo e come questo quadro e
la sua stabilità influenzino il nostro futu-
ro, da qualunque angolazione lo si guardi.
Ho sottolineato come in un momento di
tensioni sociali, politiche ed economiche
il ruolo del Rotary possa essere rilevante
per agire con quel mondo giovanile che
sta mostrando maturità - non solo - ma
anche determinazione per far sentire la
sua voce e i suoi sogni in favore di liber-
tà e democrazia: e questo può avvenire,
con tutte le prudenze del caso, quando
si lavora attorno ai temi della coesisten-
za e della costruzione di ragioni di pace,
come fanno i Comitati InterPaese. Ho poi
osservato come sogni e speranze, valori
non sempre presenti nella società, sono
uno stimolo che appartiene al Rotary se
solo guardiamo a ciò che è stato fatto nel
campo della Polio. Per questo coniugan-
do queste esigenze, le relazioni avviate
tramite i Comitati InterPaese nell’area,
si sono da tempo avviate ad un nuovo
livello di focalizzazione e dall’anno scor-
so, con la collaborazione di un Advisory
Board di cui fanno parte i Rotariani più
attenti, competenti ed appassionati per i
temi citati, è decollata l’Iniziativa di Pace
del Mediterraneo (vedi box) già presen-
tata al Presidente Internazionale a Sofia.
Il rappresentante del Rotaract , Bilal Al
Ayoubi, ha dato a nome del Rotaract e in
sintonia con il Governatore Usama Bar-
ghouthi piena disponibilità per collabora-
re pienamente con i Comitati InterPaese
italiani impegnandosi a partecipare fin
dalla Convention di Bangkok alla parte
programmatica insieme alle varie sezioni
dei CIP anche per curare come dice il Go-
vernatore Mario Greco gli aspetti impor-
tanti legati al dialogo e all’accoglienza.
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