Rivista Rotary | Aprile 2014 - page 17

Lungo la riva di Rikunzentakara, sulla costa nord orientale del
Giappone, si erge un albero di pino dalla corteccia frastagliata
dalle onde dello tsunami. L’area, che un tempo ospitava una
cittadina residenziale da 23.000 abitanti ora è soltanto una
landa desolata su cui si ammassano cumuli di rottami. Poco
altro rimane di questo centro turistico, rinomato per la sua
splendida spiaggia dalla sabbia bianca.
Venerdì 11 marzo 2011, un’onda di 9 metri ha spazzato via
questa e molte altre città. A Rikunzentakara lo tsunami ha
lasciato un profondo squarcio nella città e ha distrutto 70.000
alberi della pineta costiera, che hanno protetto per anni le
risaie dalla sabbia e dall’aria salmastra. Circa 2.000 abitanti
hanno perso la vita, diventando così uno dei maggiori disastri
a cui la comunità abbia assistito. In totale, almeno 16.000
persone hanno perso la vita quel giorno.
Mentre sempre nuovi dettagli della devastazione affioravano,
alcuni membri del Rotary Club di Ardmore, USA, hanno co-
minciato a scambiarsi mail per organizzare un aiuto per le vit-
time. Hanno perciò creato l‘
Ardmore Rotary Japan Relief Fund
e in poche settimane hanno raccolto più di 54.000 dollari.
Questa somma è stata poi devoluta al Rotary Club di Tokyo, i
quali membri ne hanno raccolti altri 255.000. Con quei soldi,
si è pianificata la ricostruzione del centro per l’infanzia che era
stato spazzato via dalla potenza dello tsunami, donando una
scuola a dozzine di bambini senza più casa, e in alcuni casi,
anche l’opportunità di un nuovo inizio ai loro genitori. Comple-
tato nel 2012, il centro è stato chiamato Ayukko, dal nome del
pesce di acqua dolce
ayu
, che popola il fiume Kesen.
Ayukko è diventato un luogo dove le mamme e i bambini della
comunità, alcuni dei quali ancora costretti a vivere in campi
d’accoglienza, possono ritrovarsi, condividere le proprie espe-
rienze, e darsi supporto a vicenda. L’aiuto psicologico è impor-
tantissimo qui, e il motto
komodo no komoro no care
, che si
può tradurre “prendiamoci a cuore i bambini” rappresenta lo
spirito del centro Ayukko. “Gli effetti del terremoto e dello tsu-
nami continuano a presentare un pesante conto anche a livello
psicologico per gli abitanti della zona” afferma Doug Klepfer,
past president del RC Ardmor. Il centro oltre a offrire strumenti
per il supporto psicologico, si adopera sull’idea che la miglior
terapia possibile sia la ricostruzione del senso di comunità.
Il disastro non ha solo distrutto le infrastrutture della città
ma anche la rete di rapporti sociali e le connessioni esistenti
tra gli abitanti del posto. “La gente non può vivere senza il
fondamentale supporto di una comunità solida” ci dice Yoshio
Ozekaki, past president del RC Tokyo.
Nel cortile del centro, alberi di sanguinella fioriscono con il
vento mite del cambiamento portata dalla nuova stagione.
Giovani madri si ritrovano con i propri bimbi sulle gambe in
un angolo della biblioteca, per condividere le loro storie. Sa-
ku, una bambina di due anni, impara a giocare con i bambini
della sua età e comincia a costruire il proprio futuro, ma anche
quello di tutta la comunità.
Ora, dopo il secondo anno, la ricostruzione di Ayukko dimostra
che strutture accoglienti e inclusive possono aiutare il recupe-
ro di tutta la collettività.
“Lo abbiamo fatto per dare il miglior supporto per i nostri
giovani sofferenti dopo i tragici eventi che avevano passato e
ci impegneremo a mantenere il centro sicuro e accogliente per
i prossimi dieci anni” dice Akira Gemma, presidente in carica
del RC Tokyo al momento della creazione del progetto. “É fon-
damentale guardare alle nuove generazioni”.
I VOLTI DELLA RESILIENZA
17 i volti della resilienza
M
egan
F
erringer
“L’albero della speranza” di
Rikuzentakata, si erge tra la
desolazione, divenendo un
simbolo d’ispirazione per la
città e per tutto il Giappone.
1...,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16 18,19,20,21,22,23,24,25,26,27,...68
Powered by FlippingBook