Rivista Rotary | Settembre 2014 - page 60

NOTIZIE ITALIA
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ROTARY
ottobre 2014
Attività e servizio nei Distretti
presentanti, diventa un Club empatico,
verso il quale probabilmente si vorreb-
bero rivolgere nuovi proseliti.
Se da un lato è necessario affronta-
re il ricambio generazionale naturale,
dall’altro è fondamentale sottolineare
che uno degli obiettivi principali è fare
proselitismo attivo e contemporanea-
mente fidelizzare all’interno del Club
quei soci che spesso tentennano a fre-
quentare le serate.
Ecco una buona ragione del rinnova-
mento organizzativo generale dell’im-
magine del Rotary, attraverso un pro-
cesso di consapevolizzazione da parte
dei responsabili della Leadership di
ogni Club.
Il depauperamento dei valori Istituzio-
nali, civili, culturali che caratterizzano
l’attuale modello di società, offre l’oc-
casione ai club Rotary di diventare dei
“pilastri” sociali di riferimento che pos-
sano essere considerati come le “leve”
di nuove energie, nuovi comportamen-
ti, nuove norme e valori che possano
rifondare i diversi ambienti fortemente
inquinati dalla corruzione, dalla mafia,
dal faccendierismo, dagli interessi per-
sonali anziché quelli del cittadino.
Dobbiamo avere il coraggio di dirle
queste cose. Questa breve analisi, mi
auguro possa consentire di capire co-
me il Rotary stia vivendo un momento
magico, una vera occasione per diven-
tare uno dei riferimenti fondativi di
un nuovo modello sociale che si sta
riformando in questa rivoluzione in at-
to, sicuramente dovuta da un lato alla
globalizzazione e dall’altro dai feno-
meni migratori, che stanno mutando il
profilo sociodemografico dei Paesi più
impreparati a gestire questo fenomeno.
Paradossalmente, i Paesi ex colonizza-
tori hanno più esperienza nell’inqua-
drare questi problemi: dalla Francia al-
la Germania, dalla Spagna all’Olanda.
L’Italia, fin dai tempi di Roma antica è
stato un melting pot di razze e popoli
diversi, ma non ha mai costituito un
modello di struttura socioeconomica
integrata, contrariamente a quanto fat-
to nei Paesi sopra citati. Sono stati
i nostri colonizzatori moderni a farla
da padroni in Italia: Spagna, Austria,
Francia.
Credo sia sempre più importante la
solidarietà culturale fra club e la fre-
quentazione allargata tra i soci, con
incontri fra più club, per fare rete e
proporre progetti e service comuni, che
possano assumere una massa critica
più rilevante e più significativa. Attività
che si sviluppano nel territorio dei club,
che coinvolgano categorie di persone
che soffrono o sono lasciate in balìa di
se stesse.
Ci vuole coraggio da parte dei club
nell’affrontare i cambiamenti, di ap-
plicare relazioni innovative e di trovare
energie e risorse tra i giovani che pos-
sano intravedere nel Rotary un labora-
torio di relazioni e una fucina di idee
per far nascere nuove iniziative dal pro-
filo fortemente caratterizzato dall’età di
questi nuovi potenziali soci.
Assieme a loro, ogni club, attraverso la
propria dirigenza eletta, farà crescere
una leadership collettiva, sicuramente
utile non solo al circuito rotariano ma
soprattutto al di fuori della società, ap-
portando concretezza ed esempi pratici
per intervenire sui tanti problemi quo-
tidiani che tutti noi cittadini dobbiamo
affrontare quotidianamente.
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