Rivista Rotary | Settembre 2014 - page 51

I PRINCIPI DELLA LEGALITÀ
essere “garantista”, a tutti i costi. Sappiamo che in alcune
fasi storiche il garantismo è stato capace d’invocare regole
limitative dell’arbitrio del singolo, mentre in altre fasi stori-
che, il garantismo è stato anche difensore dell’indipendenza
e dell’autonomia di giudizio del singolo individuo, rispetto
all’imbavagliatura imposta dal potere politico. Proclamarsi
“garantista” può essere, in altri termini, anche un buon
sistema per non prendere posizione. Bisogna, invece, avere
una consapevolezza intelligente per estendere la conoscenza
e i sentimenti da situazioni in cui l’azione appare corretta ad
analoghe situazioni, in cui la correttezza dell’azione non è
altrettanto evidente. Lontana da me l’idea di voler disquisire
sulle concrete applicazioni giuridiche del principio di lega-
lità, nonchè su quelle filosofiche e sociologiche: mi limito,
solo, ad affermare che il suo spirito è, soprattutto, quello di
arginare abusi di chi detiene il potere di decidere per gli altri.
La legalità non è una virtù da potersi vantare in un sistema
incentrato sull’abuso e il sopruso. Un sistema legale è vir-
tuoso se non si limita alla formulazione normativa di tutela
dei diritti e doveri del cittadino, ma consente una prassi che
assecondi il concreto soddisfacimento di tali diritti e doveri.
Un punto controverso di riflessione è la differenza tra Etica
e Legalità.
È difficile tracciare un confine tra loro, ma, a mio avviso,
mentre l’Etica (sia religiosa che laica) rappresenta la ten-
denza morale che lega l’uomo a un comportamento virtuoso
nei vari modelli di società esistenti; la Legalità esprime il
convinto proposito di seguire intelligentemente le norme di
un civile comportamento che regola la vita nelle varie comu-
nità sociali. La legalità, come l’etica, non sempre è, quindi,
configurata nelle norme legislative in vigore. L’Etica, termine
introdotto da Aristotele, lievemente distinto e più spesso
identificato con quello di “morale”, designa ogni dottrina
intorno al comportamento pratico dell’uomo.
Il mito della conformità alla legge è, invece, il LEGALISMO:
cosa ben diversa dalla legalità. Nel legalismo la legge diventa
il criterio unico e finale della giustizia della propria condotta,
secondo un ragionamento del tipo io sono nel giusto perché
seguo la regola, non m’interessa altro, anzi proprio per questo
motivo, sono quasi un eroe. Il ritenere d’agire giustamente
per il sol fatto di seguire una regola non è certamente una
virtù, può essere al contrario un vizio. Il punto fondamentale
su cui deve focalizzarsi l’educazione alla legalità è quello di
non limitarsi a puntare il dito sulla disonestà, ma stimolare,
incentivare, premiare la correttezza e l’onestà. Alla fame di
legalità, si deve rispondere con ragionevolezza. La legalità e
l’etica rappresentano nel Rotary i pilastri su cui si basa l’a-
zione del suo servizio verso l’uomo e la comunità. Senza inco-
modare gli empiristi inglesi, i vari Blanc, Fourier e Owen e ac-
cantonando il positivismo ottocentesco, non si può trascurare
che la nostra è una vera e propria dottrina di comportamento
con riferimenti gnoseologici e psicologici. I suoi riferimenti
religiosi, sociologici e di diritto creano la necessità morale
del passaggio, dall’idea già soddisfacente dell’appartenenza,
alla volontà e al bisogno di realizzarla concretamente, impe-
gnandosi in un intento comune di contribuire, come singoli
e come gruppo, al miglioramento della qualità della vita, non
in competizione, ma in supporto all’attività istituzionale. Le
norme generali di comportamento pratico dell’uomo e della
società, che concernono i costumi e l’agire morale, sono
applicate nel Rotary e meglio conosciute con il termine di
“pragmatismo rotariano,” secondo il principio di servire al
di sopra di ogni interesse personale. Il Rotary International
promuove e incoraggia l’applicazione dell’ideale del servire
nell’esercizio quotidiano di ogni professione; l’accettazione
e l’applicazione della Legalità, secondo i più elevati principi
etici in ogni attività, come lealtà, fedeltà, giusto trattamento
collaborativo nell’ambiente di lavoro; il riconoscimento del
valore intrinseco di ogni attività lavorativa; la disponibilità
a mettere le proprie capacità professionali al servizio della
collettività.
Dobbiamo sostenere fortemente l’etica rotariana, sapendo
che la difficoltà del compito è pari alla validità dei fini. Il
Consiglio di Legislazione, nel giugno 2004, ha ulteriormen-
te ribadito questa dichiarazione, invitando di nuovo tutti i
rotariani a improntare la loro vita professionale e privata al
rispetto dei valori universali e a conformare il proprio com-
portamento ai principi dell’etica e della legalità (04-290).
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