Rivista Rotary | Settembre 2014 - page 53

I rotariani non possono accettare, quindi, nessuna forma di
relativismo aderendo pienamente con quanto scriveva il 18
aprile 2005, nell’omelia “Pro eligendo Pontefice” l’allora
Cardinale Joseph Ratzinger: “In quanto allontana l’uomo da
ogni forma di verità e regola morale e finisce per offrire in
cambio solo egocentrismo senza speranza. Lasciarsi portare
di qua e di là da qualsiasi vento di dottrina appare come l’u-
nico atteggiamento all’altezza dei tempi moderni, nulla rico-
noscendo come definitivo, lasciando come ultimo problema il
proprio io e le sue voglie”.
Essi hanno fermi dei principi ineludibili: la moralità, l’onestà,
l’impegno, la tolleranza e l’amicizia. Principi che rappresen-
tano, peraltro, i pilastri su cui si fonda la “Legalità”.
Paul Harris scriveva : ”L’opposizione alla tendenza ad essere
insensibili al dolore degli uomini, alla decadenza del princi-
pio della caritas cristiana, al disinteresse per le leggi fonda-
mentali del vivere civile, ed il mettere in primo piano i valori
dell’onestà, la scomoda scelta della rettitudine, costituiscono
le basi incrollabili della nostra dottrina che si appella a
pochi principi fondamentali nei quali possono riconoscersi
fratelli centinaia di migliaia di uomini di tutti i continenti”.
La sola astuzia, la mediocre furbizia non resistono alla prova
del tempo, se sottoposte al controllo morale: l’inganno non
può durare un’intera esistenza. La ricchezza accumulata in
modo poco corretto non può servire per il proprio recupero
morale, che non si compra. Chi pensa di vincere utilizzando
senza scrupoli le proprie risorse, prima o poi rivela quello
che realmente è. Tante volte, nel corso della storia, il mondo
è rimasto disorientato dal crollo di ideologie e di regimi po-
litici, mentre il Rotary è stato capace di precedere i tempi,
rinnovandosi per indicare una via nuova verso un mondo
migliore. È, infatti, intrinseco al senso di “legalità” il bisogno
dell’aggiornamento e della modifica in funzione del modo di
vivere che cambia, con progressione costante, nei vari mo-
delli di società. Osservare regole di probità e di correttezza
nell’esercizio della professione è un compito assunto come
caratteristica peculiare dagli appartenenti al Rotary. Prima di
accettare la candidatura di un socio si valuta, con meticolosa
attenzione, la sua condotta: non basta essere onesti, bisogna
anche essere disposti a combattere la disonestà. Sebbene la
cronaca ci presenti, ogni giorno, nuovi casi di disonestà e di
corruzione, nel Rotary, non vi è posto che per l’onestà, per il
rispetto della verità e per la generosità, principi che, il più
delle volte, sono professati, a torto, in silenzio. Penso che
il dibattito futuro riguarderà verosimilmente più l’etica e la
moralità, delle quali è indispensabile riappropriarsi, che le
tecnologie. Dunque le risorse umane si presenteranno come
vera e propria “bussola morale” per l’orientamento sociale ed
economico-finanziario. Etica è prendere decisioni basandosi
su valori. Quello dell’etica è, quindi, un problema di sopravvi-
venza. La mancanza di etica, sempre attenta alle peculiarità
ed ai valori della persona, produce un effetto devastante su
una molteplicità di soggetti, dai governi alle istituzioni, dallo
sport alla scuola. Il fallimento di regimi e dittature, passate e
recenti, va rapportato proprio al fatto di aver lasciato da parte
l’etica, non considerando le specificità insopprimibili delle
singole persone.
Il Rotary non deve e non può erigersi a giudice e critico im-
pietoso della gestione pubblica che regola la convivenza degli
uomini nelle comunità, grandi o piccole che siano. Deve vi-
ceversa cercare di collaborare con proposte e programmi, che
hanno il vantaggio di non essere legati a interessi di parte,
per far sì che la gestione pubblica sia più efficiente ed equi-
librata. Far precedere le nostre riunioni dagli inni nazionali
ricorda, a noi per primi e agli altri, che esse si svolgono nel
rispetto delle leggi vigenti nei vari Paesi dove operiamo.
Già nella Roma repubblicana, come testimonia Gaio nelle XII
tavole, si trova cenno alla “libertà di associazione” e, fatto
curioso e importante, già da allora era previsto il non contra-
sto delle leggi associative con quelle pubbliche. Ci riservia-
mo, però, il diritto non di un facile quanto sterile disaccordo,
ma di una critica che scaturisca da una profonda riflessione
che, via via, si trasformi in proposta, nel tentativo di suggerire
opportune correzioni di rotta che possano essere utili a tutti
gli interessati.
Il Rotary è quindi modello reale di legalità etica? Non voglio
presuntuosamente affermarlo. Posso dire però che, con tena-
cia, da oltre cento anni, tenta di esserlo.
R
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P
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D’A
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I PRINCIPI DELLA LEGALITÀ
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