Rivista Rotary | Giugno 2015 - page 26

Ancora oggi, dopo tanti anni di volon-
tariato e di incontri, a Ravindran piace
incontrare persone provenienti da tutto
il mondo e passare tutta la serata a
chiacchierare. "Il suo senso di diverti-
mento fa parte del suo DNA", dichiara
Abbas Esufally, un suo caro amico.
Dopo il trasferimento a Colombo, Ra-
vindran si è affiliato al suo attuale club,
cominciando ad assumere vari ruoli di
leadership. Per Esufally, il Rotary era
soltanto una delle decine di attività non
lavorative, ma per Ravindran era una
passione. "Lui era concentrato comple-
tamente sul Rotary, sull'amicizia e ser-
vizio alla comunità", continua Esufally.
Nel 1983 era scoppiata la guerra tra
le forze di sicurezza dello Sri Lanka e
le Tigri della Liberazione del Tamil Ee-
lam, un gruppo di militanti ribelli che
volevano creare uno Stato separato nel
nord-est del Paese. Nel corso di oltre
venticinque anni di conflitto prima del-
la fine della guerra nel maggio 2009,
oltre 100.000 persone hanno perso la
vita e centinaia di migliaia di persone
sono fuggite. Al 2014, 90.000 persone
non erano ancora tornate a casa.
Il conflitto aveva le sue radici nelle
tensioni tra la maggioranza singalese
e la minoranza tamil. Ma nel Rotary, i
gruppi etnici non avevano importanza.
Sebbene la maggior parte dei soci pro-
venisse dalla popolazione singalese, i
club dello Sri Lanka hanno eletto come
loro leader membri delle comunità sin-
galesi, tamil e comunità musulmane,
tra cui Ravindran che è tamil. "Nel
Rotary, non c'era posto per la discrimi-
nazione a causa di differenze di credo,
razza e lingua. Tutti erano cittadini del-
lo Sri Lanka e avevano scelto i migliori
leader disponibili", ha spiegato Ravin-
dran. "Ci chiedevamo come mai il resto
del Paese non agisse come i rotariani".
Secondo i colleghi del suo club, Ra-
vindran ha elevati standard etici e si
aspetta che anche altre persone li ri-
spettano – e lo fanno. "Lui ama ripetere
la frase: Non dirmi perché non puoi
farlo", spiega Derek de Wijeyeratne, e
Ruzly Hussain aggiunge: "Ravi riesce a
convincere tutti ad avere gli stessi so-
gni e visione che ha lui. Quando parla
di successi, non usa la prima persona
singolare, bensì dichiara: noi l'abbiamo
fatto insieme ".
Se Ravindran ha dei rimpianti per esse-
re diventato presidente del Rotary, que-
sti sono visibili mentre culla fra le sue
braccia la sua prima nipotina Raika,
nata lo scorso ottobre. Dovendo vivere a
Evanston, il presidente Ravindran non
potrà godersi tanti momenti simili (Ra-
vindran e Vanathy, il loro figlio Krishna,
sua moglie Neesha e la piccola Raika
abitano nella stessa casa, mentre Pra-
shanthi e suo marito, Nicolas Mathier,
vivono a Singapore).
Fotografie in basso:
Ravindran scherza con Krishna nella sua Austin
del 1920, e con sua figlia a colazione. “Ama giocare e far ridere.
In gioventù era sempre il primo a fare scherzi”, racconta Abbas
Esufally, un amico stretto di Ravindran, nonché capitano d’impresa.
Pagina successiva:
Ravindran nella sua casa a Colombo.
Pagine precedenti:
Ravindran e Vanathy camminano attraverso
i campi di tè del Kelburne, pronti per la potatura.
I due si conobbero a Madras (ora Chennai) ai tempi del
college. “Spiccava per la sua bontà. Questo è quello che mi
ha attirato subito di lui”, racconta Vanathy.
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