possa vedere che una disabilità non deve impedire a qualcu-
no di vivere una vita piena e produttiva.
Mentre abitavo a New York, incontrai Dick Traum, il primo
amputato a completare la New York City Marathon nel 1976.
Dick è il fondatore di Achilles International, un’organizzazio-
ne no profit che offre
training
e supporto ai disabili per fare
sport. Dick mi regalò la prima bici a mano, incoraggiandomi
a prepararmi per la maratona. Questo aprì un mondo di nuove
opportunità per me, riuscendo a completare la mia prima
New York City Marathon
in bici nel 2006.
La sfida successiva era ritenuta impossibile per un’atleta
donna in sedia a rotelle: l'
Ironman Triathlon
. Passai al thriat-
lon e completai il primo
Ironman
a Louisville, Kentucky,
qualificandomi per il campionato mondiale a Kona, Hawaii,
nel 2012.
Per l’
Ironman
, un atleta in sedia a rotelle come me deve
nuotare per quasi 4 km, usare la bici a mano per 180 km e
spingere una sedia a rotelle da corsa per 42 km, entro dei
limiti di tempo per ogni fase del percorso. A Kona, non riuscii
a rispettare il limite massimo di 10,5 ore per la parte della
corsa in bici. Ne fui delusa, ma affrontai altre volte delle
sconfitte, e proprio queste rafforzarono la mia determinazio-
ne; così decisi di recuperare e riprovare l’anno successivo.
A ottobre 2013, partii di nuovo per l'
Ironman
di Kona, ignara
del fatto che stavo per diventare la prima donna nella storia
di
Ironman
in bici a mano. Così come i miei genitori avevano
sempre insistito perché completassi le faccende come i miei
fratelli, l'evento di
Ironman
richiedeva che completassi il
percorso entro i limiti di tutti gli atleti fisicamente abili. Mi
qualificai per la corsa e ottenni il diritto di partecipare con
pari meriti, ma completare l'impresa avrebbe anche significa-
to la realizzazione di un altro obiettivo personale.
Ogni mio sforzo in acqua e in bici lo dedico a coloro che non
possono sollevare i loro arti perché paralizzati dalla polio.
Con ogni giro delle ruote, mi muovo per i milioni di persone
che non hanno la mia stessa opportunità. Quando raggiunsi
finalmente il traguardo, 14 ore e 39 minuti dopo l'inizio, fui
sopraffatta dalla gioia e dall'entusiasmo. Fu un finale da fa-
vola e la realizzazione di un sogno che sembrava impossibile
da concretizzare.
Da tempo seguivo gli sforzi di eradicazione della polio del
Rotary, finché ebbi l’onore di essere invitata a una Giornata
Mondiale della Polio nel 2014. Da allora, sono una degli
ambasciatori polio, con l’obiettivo di aiutare a diffondere la
consapevolezza per la campagna End Polio Now. In questo
ruolo, ho avuto l'opportunità di ritornare in India per la prima
volta da quando ero bambina.
L'anno scorso, partii per il Paese dove molte persone ritene-
vano che la polio non sarebbe mai stata debellata. Ma al con-
trario di ogni aspettativa, un anno dopo il mio primo
Ironman
,
15 focus
ENDPOLIONOW
Minda in convalescenza dopo un intervento alle gambe,
presso lo Shriners Hospitals for Children di Washington.
Minda durante la 2015 DATEV Challenge Roth triathlon a Roth, Germania.