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TESTIMONIANZE

autentica del

vocational service

, strumenti irrinunciabili di

partecipazione sociale finalizzati a una vera e propria “politica

di servizio all’umanità” del Rotary nella società.

L’effettivo è centrale per il Rotary; cosa dicono le statistiche

a livello nazionale e distrettuale, e quali sono le tendenze

che si possono estrapolare? Quali sono i punti di forza e le

debolezze?

Le statistiche sull’effettivo tendono, come sappiamo, verso

il basso. Ora, se l’effettivo è stato definito come il “capitale

umano” del Rotary (inteso come l’insieme delle conoscenze,

competenze, abilità ed emozioni messe a disposizione da ogni

socio per il raggiungimento degli obiettivi rotariani), è oggi più

che mai necessario lavorare su di esso, sia sul piano della co-

optazione, che su quello del mantenimento. Sul piano dell’af-

filiazione ritengo valide le indicazioni dell’ultimo Consiglio di

Legislazione (Chicago, aprile 2016) che fatti salvi i requisiti

fondamentali che i soci “siano adulti che godano di una indi-

scutibile onorabilità e d’una eccellente reputazione, dimostri-

no integrità e leadership e che desiderano essere coinvolti al

servizio della comunità e all’estero”, occorre favorire lo svilup-

po di un effettivo qualificato rispetto alla collettività locale,

diversificato, giovane e con una più ampia presenza di donne.

Inoltre, prima dell’entrata nel club, bisogna chiarire bene

cosa è il Rotary e successivamente accompagnare la presenza

del nuovo socio nelle attività rotariane, con la presenza di un

tutor o mentore, e coinvolgerlo in iniziative di formazione e

attività di service.

Sul piano del mantenimento, risulta essenziale conseguire

l’affiatamento, la migliore assiduità dei soci e ribadisco,

prima della cooptazione e anche in seguito, dare sempre

più un’approfondita conoscenza di ciò che è il Rotary, di ciò

che si aspetta dai suoi affiliati e l’importanza dello spirito di

appartenenza. E a proposito di statistiche sull’effettivo, come

sottolinea Paolo Biondi “ogni anno in Europa e in Italia le en-

trate dei nuovi soci sono sostanzialmente pari alle uscite, ma

il problema è rappresentato dal fatto che le uscite non sono

dovute solo all’anzianità, perché se ne vanno anche soci con

pochi anni di appartenenza. Su 42.845 soci presenti al 1° lu-

glio 2011 nei cinque anni successivi ne abbiamo persi 1.200

con meno di un anno di affiliazione, 2.587 tra 1 e 2 anni e

2.947 con un’affiliazione tra i 3 e i 5 anni”. Questo ripropone

quanto detto prima in merito all’approccio e all’entrata nel

club del nuovo socio.

Come è cambiato il Rotary con l’entrata delle donne e quali

fattori ne limitano l’accesso?

L’entrata delle donne nel Rotary ha certamente contribuito

alla crescita di una maggiore collaborazione e dialogo, ha

favorito entusiasmo, passione, emozioni e ha ridato più forza

alle dimensioni dell’altruismo, della solidarietà, della condi-

visione e della progettazione di spazi più ampi di pluralismo

e di giustizia sociale. Un club più diversificato, anche sul

piano di genere, porta a una più significativa ed efficace pro-

duttività. Purtroppo stereotipi e pregiudizi ne limitano ancora

l’accesso e dovremmo impegnarci affinché il numero di soci

di genere femminile raggiunga la media di altri Paesi a livello

europeo o internazionale al 20%. Comunque desidero sottoli-

neare che il Distretto 2120, al 30 novembre 2016, registrava

il 16,19% di presenza femminile e che l’ultimo club nato nel

nostro Distretto, il RC Valle dell’Ofanto, conta 13 donne su un

totale di 24 soci.

I giovani sono centrali per assicurare il rinnovamento nell’or-

ganico rotariano e per essere al passo con i nuovi tempi. Il Ro-

tary fa abbastanza per cooptarli? Come favorirne, e radicarne,

la cooptazione da Interact, Rotaract, ex Alumni?

Dovremmo ricordarci che l’Azione Giovani è la quinta via

d’azione del Rotary. Occorre guardare ai giovani, perché rap-

presentano l’investimento per il nostro futuro e per il ricambio

generazionale. È una grande responsabilità, ma anche una

grande opportunità. Occorre dare importanza e sviluppare

Interact, Rotaract, RYLA, Scambio Giovani, borse di studio

e della pace. Occorre coinvolgere i giovani nei progetti di

servizio, lavorare e mantenere rapporti costanti. Ricordiamoci

anche che i giovani non hanno bisogno di prediche, ma di

esempi di onestà e altruismo. L’esempio ha più forza delle

parole, ci rapisce e ci forgia. I valori rotariani bisogna testi-

moniarli e noi per primi dobbiamo essere testimoni credibili.

Eppure, a oggi, anche la percentuale dei giovani sotto i 40

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ROTARY

febbraio 2017