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“Dove va il Rotary?” chiese un giorno George Bernard Shaw.

A questa ormai famosa domanda rispose “A pranzo”. Lo

scrittore, noto per il suo cinismo, probabilmente non avrebbe

riconosciuto il Rotary del ventunesimo secolo. Se alcuni

club si riuniscono ancora a pranzo per parlare dei problemi

delle loro comunità, molti altri pianificano i loro progetti di

servizio online o si incontrano dopo il lavoro per incoraggiare

la massima partecipazione. Non è cambiato l’operato dei

club, ma il modo con cui i soci si cambiano idee, pianificano

i progetti d’azione e si mettono al servizio delle comunità.

Più flessibilità

Oggi i club possono scegliere con maggiore flessibilità i modi

e i tempi delle riunioni. Nel 2016 il Consiglio di Legislazione,

ha approvato un emendamento che consente ai club di

variare l’orario delle riunioni, incontrarsi online o di persona

e decidere quando cancellare una riunione purché si soddisfi

il requisito di riunirsi almeno due volte al mese.

Incoraggiare la diversità di genere

Oggi il 20% dell’effettivo rotariano è composto da donne, che

svolgono ruoli di prima importanza nei club, nei distretti e nel

Consiglio centrale del Rotary.

Trasformare i club

Emmanuel Rey parla ai soci del Rotary Club Villa Devoto, Bueno Aires.

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ROTARY

marzo 2017

Il contributo delle rotariane ha ricevuto uno speciale

riconoscimento durante la Giornata Rotary 2015 all’ONU.

A sei donne, selezionate da una rosa di 110 candidate, è

stato conferito il titolo Global Women of Action del Rotary

per i loro impegni umanitari: come il progetto di sviluppo

comunitario svolto in Zimbabwe, la creazione di una scuola

per 480 bambine afghane, o la gamma di servizi educativi e

assistenza sociale per le famiglie che vivono in una discarica

di Guatemala City.

Il presidente del Rotary K.R. Ravindran ha presentato le

vincitrici del premio con queste parole:

“Estendendo i confini dell’opera umanitaria del Rotary,

hanno spinto tutti noi a fare di più, a essere migliori e a

ottenere risultati migliori”.

Attrarre giovani professionisti

Rispetto alle generazioni precedenti i

millennials

sono

maggiormente orientati al volontariato e più disposti a

rivolgersi a mentori in ambito professionale e personale

mentre cercano il modo di lasciare la loro impronta nel

mondo. Questi giovani professionisti, nati negli anni ’80 e

’90, stanno rimodellando il modo con cui operiamo. A loro il

Rotary è in grado di offrire molto, dalle occasioni di fare rete

alla possibilità di diventare cittadini globali.

Emmanuel Rey ha abbracciato gli ideali rotariani da

ragazzino. Socio dell’Interact a dodici anni, è passato al

Rotaract sei anni più tardi e infine, all’età di trent’anni, è

diventato socio del Rotary Club Villa Devoto di Buenos Aires.

In un primo momento Rey aveva pensato di fondare un club

con soci più giovani per fare da ponte tra il Rotaract e il

Rotary; in seguito, invece, ha deciso di affiliarsi a un club già

esistente e diventare lui stesso un punto di collegamento tra

le generazioni.

I vantaggi sono stati straordinari. “Ora ho amici settantenni –

spiega Rey. Siamo riusciti a superare le barriere generazionali

e ora collaboriamo, impariamo gli uni dagli altri, mettiamo i

nostri punti di forza e le nostre competenze al servizio della

comunità crescendo nella vita personale e professionale”.

ROTARY INTERNATIONAL E FONDAZIONE ROTARY