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AREE DI INTERVENTO

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ROTARY

marzo 2017

caratteristiche ben diverse dalla fascia opposta lombarda,

alimentata dai naturali volani idrici dei laghi subalpini. Il

nostro sistema idrico (Secchia ed Enza) presenta un carat-

tere prevalentemente torrentizio e, quindi, maggiormente

soggetto all'alternanza stagionale e alle attuali forti varia-

zioni metereologiche (siccità alternata a concentrazione

talvolta anomala di precipitazioni, contrazione dei depositi

nevosi dell'Appennino). Sono quindi forti ed evidenti i dan-

ni per un’agricoltura di eccellenza come la nostra, e sono

elevati i pericoli delle odierne alluvioni non controllabili.

Si arriva ad avere preziose acque disponibili in superfice

non opportunamente gestite, che dissipiamo, ricorrendo

poi ai pesanti prelievi delle ancora maggiormente preziose

falde acquifere sotterranee. Le autorevolissime inascoltate

voci che allora concordemente confluirono sulla necessità

di dotarsi anche qui di un volano idrico (nello specifico la

diga di Vetto), furono poi l'ennesima riprova di una nuova

mancata occasione della politica e dell’interferenza ideolo-

gia sulla difesa del territorio.

Luigi Zarotti, è nota la sua competenza in campo geologico

e l’appassionato studio che da anni conduce sul triste feno-

meno dei terremoti. Ritiene che i recenti disastrosi fenomeni

sismici possano aver compromesso il sistema idrogeologico e

in particolare il sistema delle acque sotterranee?

L’antropocentrismo moderno, paradossalmente presente

in Emilia Romagna, ha finito per collocare una spesso non

corretta e/o presunta ragione tecnica sopra la realtà locale,

perché l’uomo non sente più la natura, né come norma

valida, né come vivente rifugio. La vede solo come utilizzo

e sfruttamento sopra ogni proprio limite e non importa che

cosa ne risulterà.

In merito ai terremoti, l’acqua fa parte delle risorse natu-

rali finite, va protetta, va difesa, non va inquinata, perché

l’acqua che noi ora beviamo è la stessa che hanno bevuto

in passato i dinosauri. Il ciclo dell’acqua è un ciclo chiuso,

in pratica finito. Sì, i terremoti possono compromette il si-

stema idrologico locale e di esempi se ne potrebbero citare

diversi. Dipende, in particolar modo, dalla litostratigrafia

presente al di sopra dell’ipocentro del terremoto. Possono

verificarsi interruzioni, a volte momentanee, soprattutto

nelle falde medio-superficiali, nelle quali avviene il mag-

giore prelievo di acqua a usi plurimi, con pozzi trivellati.

Gianni Boeri, percorrendo le strade della bassa reggiana o

parmense o modenese si può osservare una rete infinita di ca-

nali, con numerosi impianti di sbarramento che, ritengo, siano

di remota realizzazione. A chi si deve questa straordinaria e

geniale opera ingegneristica?

Se questa estesa zona della bassa, da una condizione ini-

ziale storica di palude e acquitrigni, ora è una delle zone

migliori dal punto di vista, non solo agricolo ma anche di

richiamo ambientale, lo dobbiamo semplicemente all'ope-

ra tenace di quella corretta trasformazione che l'uomo ha

operato per "adattare" la natura, per eliminare la malaria e

armonizzarla alla razionalità dei suoi altrettanto corretti bi-

sogni. Questo è, sicuramente, un importante insegnamento

anche per noi oggi: la caratteristica di questa trasforma-

zione fu una sintesi di un uso della miglior tecnica in quel

momento disponibile e di una corretta e rispettosa lettura

della natura sulla quale si operava. L'opera è stata conti-

nua e spesso difficile: romani, benedettini nel medioevo, il

Bentivoglio (grande artefice) nel Cinquecento e coloro che

seguirono crearono quel bellissimo equilibrio ambientale,

base per ogni sviluppo odierno. Chi oggi vi viaggia, si trova

in un affascinante ambiente, di elevata ed embleticamen-

te positiva antropizzazione, disegnato da una suggestiva,

infinita rete di canali, ove anche i manufatti edilizi "idrau-

lici", allora sapientemente progettati, contribuiscono a un

unicum

armonico di elevato fascino ambientale e paesag-

gistico (vedi le ambientazioni base dei film di Don Camillo

e Peppone).

Al termine di questa chiacchierata fra rotariani, credo di

poter concludere che, in tema di acque, taluni interventi

dell’uomo nella nostra regione siano esempio virtuoso del

corretto agire dell'uomo all'interno e nel rispetto della logica

della natura; ma, soprattutto, credo sia quanto mai necessario

trarre da questi aspetti positivi spunti di ottimismo, di fronte a

uno scenario generale non sempre altrettanto positivo.

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