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ROTARY
aprile 2013
INCONTRI
Sono stati dieci mesi entusiasmanti sotto tanti profili, che
hanno consentito di cogliere in modo straordinario la gran-
de amicizia rotariana e lo spirito che anima la gran parte
dei soci. L’affetto con cui sono stato accolto, l’amicizia
che i Club hanno tutti indistintamente mostrato nei con-
fronti miei e di mia moglie sono un ricordo incancellabile.
L’espansione è uno dei grandi temi che i Club sono chiamati
ad affrontare, perché se non c’è crescita si corre il rischio di
scomparire. Qual è il tuo suggerimento per individuare nuovi
possibili soci?
Non penso che esistano formule magiche che consentano di
affrontare con successo questo tema. Nel Distretto è stato
predisposto un Piano triennale per lo sviluppo che è stato
discusso con i PDG e poi portato ai club tramite l’intervento
degli Assistenti ed è stato poi seguito con continuità man
mano che l’anno procedeva. Il risultato è che il distretto è
riuscito ad aumentare il numero di soci, anche se non nella
misura sperata, ma comunque con un risultato incorag-
giante. Il piano è triennale e dovrà essere rivisto e calibrato
dai club nei prossimi due anni, affinandolo e adattandolo
ai cambiamenti che si verificano nell’ambiente dove i club
operano».
Qual è il Tuo consiglio per migliorare l’affiatamento nei Club
e facilitare dialogo e collaborazione tra vecchi e nuovi soci?
Anche a questa domanda non si può rispondere suggerendo
una formula che consenta il raggiungimento di quanto si
chiede. Io sono convinto che si debba insistere nel cooptare
soci giovani nei club con maggiore anzianità, anziché creare
club di giovani. È solo dal confronto tra soci anziani, con la
loro esperienza, e soci giovani, con il loro entusiasmo, che il
club può trarre forza e vitalità nuove. E il confronto è neces-
sario all’interno dei nostri club, più che nella realizzazione
di nuovi club di soli giovani. Il confronto all’interno del club
è fondamentale per riaccendere efficienza ed entusiasmi a
progettare, magari con nuove metodologie. Il confronto tra
Rotariani di epoche e mentalità differenti è migliorativo per
tutti, perché fonte di aggiornamento per tutti. Un compito
fondamentale a questo fine è svolto dal Presidente del club,
al quale spetta l’onere che il tanto invocato confronto sia
fecondo, sia accettato da tutti i partecipanti e sia vissuto
con il giusto spirito e senza tensioni.
Che cosa possiamo fare tutti insieme, Distretto, Club e
singoli rotariani per promuovere e rafforzare l’immagine del
Rotary?
Abbiamo portato all’attenzione dei non rotariani del Distretto
quanto abbiamo fatto, in incontri ai quali hanno partecipato i
rappresentati delle istituzioni pubbliche e nei quali sono stati
illustrati i servizi che il Rotary ha effettuato a favore del terri-
torio (come a Genova in Comune, o ad Alessandria nel pros-
simo mese alla presenza delle massime autorità cittadine)
oppure l’importanza e la grande valenza sociale di qualche
specifico service (come la presentazione del progetto androlo-
gico, alla presenza del Ministro della Sanità). Questi incontri
sono stati l’occasione per estendere la presentazione anche
ai service di portata mondiale che il Rotary svolge. Gli incon-
tri hanno avuto buona eco sulla stampa a livello nazionale.
Sono dell’opinione che sia necessario illustrare i risultati che
i nostri service hanno prodotto a favore della comunità, per
catturare l’attenzione dei non rotariani e poter poi descrivere
la nostra organizzazione, e non viceversa.
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