Rotary | Settembre 2013 - page 61

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FOCUS
/ OBIETTIVI DEL MILLENNIO
LE POLITICHE AMBIENTALI
la situazione italiana
di
S
ilvia
C
ampisi
Una vera e propria politica ambientale da parte dei governi
è cosa molto recente. Risale infatti alla fine degli anni '60,
quando la crisi ambientale e la nuova consapevolezza sociale
hanno portato a sviluppare in modo coordinato gli sforzi per
la difesa dell’ambiente. In precedenza erano affidati a nor-
mative e forme d'intervento parziali e isolate, soprattutto in
materia igienico-sanitaria, di difesa del suolo, del paesaggio
e, in minor misura, della natura (primi parchi nazionali).
Dalla metà degli anni '70, la politica ambientale è stata di-
chiarata compito comunitario in Europa, e le direttive hanno
avuto un'importanza crescente, limitando gli spazi di autono-
mia statale. Anche in questo ambito istituzionale, l'interesse
per la difesa ecologica dell'ambiente (v. direttiva 92/43/CEE
sulla conservazione degli habitat naturali), era ancora stret-
tamente legato ad altri settori come quello dell’agricoltura e
della zootecnia. Crescente è anche il peso delle Convenzioni
internazionali in materia ambientale, tra cui alcune si riferi-
scono alla difesa della natura (Bonn, Berna, ecc.).
Si potrebbe dire che "ufficialmente" la politica dell'ambiente
nasce in Italia nel 1986 con la legge 349 che istituisce il
Ministero dell'Ambiente.
Inoltre se una normativa organica in tema di aree naturali
protette era stata approvata in Francia nel 1960, in Gran
Bretagna nel 1972, e in Germania nel 1976, in Italia arriverà
solo nel 1991.
Le aree protette in Italia
La percentuale della superficie nazionale soggetta a parti-
colare tutela grazie alla creazione di parchi e riserve, che si
avvicina alla quota del 10% indicata come obiettivo degli
organismi internazionali, ma rimane comunque inferiore al
13,9% della Germania e al 19% dell'Austria.
Gli interventi per la conservazione della natura in Italia per
molto tempo sono stati limitati all'istituzione di quattro Par-
chi Nazionali (Gran Paradiso, Stelvio, Abruzzo e Circeo); solo
negli anni l'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali ha ini-
ziato la costituzione di una rete di aree protette, soprattutto
tra quelle di alto valore forestale. Negli ultimi vent'anni sono
state avviate molte iniziative, che hanno permesso di recupe-
rare almeno in parte il ritardo che l'Italia aveva rispetto agli
altri Paesi dell'Europa occidentale.
Il sistema delle aree naturali protette interessa attualmente
ben 1.748 comuni (il 22% dei comuni italiani) di cui il 68%
con meno di 5.000 abitanti; 283 comunità montane (il 79%
del totale); 98 province (95% del totale) e tutte le regioni. I
soli parchi nazionali coinvolgono 462 comuni, 82 comunità
montane, 39 province e 18 regioni.
Le Aree Marine Protette sono state introdotte in Italia dalla
Legge 979/82 e sono costituite da ambienti marini (acque,
fondali e tratti di costa prospicienti) che presentano un rile-
vante interesse per le loro caratteristiche naturali, geomor-
fologiche, fisiche e biochimiche con particolare riguardo a
flora e fauna marine e costiere e per l’importanza scientifica,
ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.
Le aree marine protette sono sottoposte a zonazione (o zoniz-
zazione), ossia una ripartizione in tre zone a diverso grado di
tutela, cui sono associati diversi livelli di fruizione.
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