Rotary | Settembre 2013 - page 53

FOCUS
/ OBIETTIVI DEL MILLENNIO
53 focus
Le misure di conservazione hanno prodotto un risultato
quantificato nella prevenzione dell’estinzione di 39 specie di
volatili, rimossi dalle previsioni che li davano vicini all'estin-
zione tra il 1988 e il 2008, e a fermare l’estinzione di 29
specie di mammiferi allontanandoli dal rischio in cui erano
tra il 1996 e il 2008. Anche se incoraggianti, queste cifre
sono una stima cauta, considerato che non tengono conto di
molte specie che si sarebbero deteriorate ulteriormente senza
interventi di conservazione. Tuttavia resta il fatto che il calo
complessivo è ripido, e le estinzioni causate dalla presenza
umana continueranno a ritmi senza precedenti.
Per gli anfibi, l’azione di conservazione deve ancora sortire
i propri effetti. Una delle prevalenti cause implicate nel-
le estinzioni di specie anfibie è il fungo patogeno Chytri-
diomycosis, scoperto solo di recente.
L'ECCESSIVO SFRUTTAMENTO DELLA PE-
SCA MARITTIMA HA RAGGIUNTO UN NUO-
VO PICCO NEL 2008
Nel 1974, solo il 10% delle riserve ittiche era sfruttato oltre
il livello di sostenibilità biologica, tale da richiedere piani
di gestione rigorosi per il ripopolamento e per il ripristino
della produttività. Nel 1989, il tasso di sovrasfruttamento
aveva raggiunto il 27%. E poi si era stabilizzato, con alcune
fluttuazioni, fino al 2006. Allarmante, a dispetto della nuova
politica della pesca e delle azioni di gestione adottate dagli
Stati costieri, la quota di riserve ittiche sovrasfruttate rilevata
nel 2008, al 32%. Nel 2009, su 395 zone di pesca monito-
rate, pari al 70% del pescato mondiale, si rilevò che il 30%
di queste era eccessivamente sfruttato.
Tra le riserve di pesca rimanenti, il 57% si stima sia costituito
da zone pienamente sfruttate per la produzione o la cattura
con un livello molto vicino al massimo sostenibile. Le zone
troppo sfruttate possono anche essere a rischio di un rapido
declino, se non gestite correttamente.
Nel 2009 solo il 13% delle riserve era sottoutilizzato, grazie
ai bassi livelli di pesca, e possedeva un effettivo potenziale
per l'aumento della produzione. Tuttavia, queste non sono
di solito grandi zone, e la loro capacità di contribuire a un
aumento della produzione mondiale è limitata. Nonostante
alcuni progressi, la pesca mondiale deve affrontare sempre
crescenti pressioni da parte della domanda di prodotti ittici,
e problemi come la capitalizzazione eccessiva delle flotte
pescherecce, il degrado degli habitat e dell’ambiente marino,
e il cambiamento climatico. Le future politiche di pesca e co-
loro che le gestiranno dovranno concentrarsi sul ripopolamen-
to, in modo coordinato e integrato con le decisioni politiche
ed economiche a livello nazionale dei singoli Stati.
Come monito del continuo e crescente sfruttamento, la pro-
duzione mondiale di pesca marittima è scesa da 87,8 milioni
di tonnellate nel 1996 a 79,5 milioni di tonnellate nel 2009.
GOAL 7: ENSURE ENVIRONMENTAL SUSTAINABILITY
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ups
g
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es
Overexploitation of marine fisheries
reached a new peak in 2008
0
5
10
15
20
25
30
35
1974 1979 1984 1989 1994 1999 2004 2009
Proportion of overexploited fish stocks, 1974-2009 (Percentage)
In 1974, only 10 per cent of fish stocks were
overexploited—falling below the level of biological
sustainability and requiring strict management plans to
rebuild their stock abundance and restore productivity. By
1989, the rate of overexploitation had reached 27 per
cent. It then stabilized, with some fluctuations, until 2006.
Alarmingly, in spite of fisheries policy and management
Nel grafico:
zone di pesca sovrasfruttate tra il 1974 e il 2009
(Percentuale)
1...,43,44,45,46,47,48,49,50,51,52 54,55,56,57,58,59,60,61,62,63,...72
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