Rivista Rotary | Aprile 2014 - page 38

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ROTARY
aprile 2014
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di noi scegliere quale percorrere. In tutto questo il “sistema”
Rotary si identifica più in una scialuppa di salvataggio, in una
di quelle chiatte alle quali aggrapparsi nella necessità.
Se
non abbiamo le notizie, se non siamo informati delle cose
che avvengono, come possiamo scegliere una strada? Qui
sta l’importanza della “comunicazione”, quella vera, onesta,
quella che ci pone di fronte ad un problema, affidandoci gli
strumenti che il nostro ingegno e la nostra cultura sapranno
poi usare.
La comunicazione oggi passa per molti canali. Stiamo mu-
tando inconsapevolmente dalla carta al digitale con grande
velocità, è imperativo nell’attuale società possedere autono-
mia digitale, almeno quella che ci permetta di comunicare,
di mandare e ricevere notizie, di tenersi aggiornati in tempo
reale sulla notizia. Ma tutto questo è una vittoria o una
sconfitta? 
Siamo vittime di queste azioni e siamo i padroni
del nostro tempo… il tempo: che grande invenzione. A volte
sembra che sia finito, che non ce ne sia più, dobbiamo fare
tutto in un minuto, telefonare, inviare mail, scrivere, parlare
con i figli… Che stress! Siamo più portati a leggere i titoli, o
a leggere gli articoli sotto ai titoli? Insomma anche nel Rotary
dobbiamo prenderci il nostro tempo.
È inutile insistere: le cose bisogna farle, farle bene e farle
sapere! Quel concetto legato all’idea che le attività di volon-
tariato, in generale, e quelle rotariane in particolare, devono
essere tenute tra le strette mura domestiche, che è meglio
non celebrare i successi per non cadere nella rete dell’auto-
referenzialismo, appare oggi molto più legata a una imposta-
zione datata, quasi da inizio secolo, piuttosto che all’attuale
e più aggiornata mentalità della nostra società.
Il modo di
pensare d’oggi sta cambiando in molte cose. La necessità di
comunicare, di trasmettere un pensiero, anche di promuovere
e condividere con gli altri le proprie idee, sembra essere il
tema, un aspetto significante della vita quotidiana.
Si fa un gran parlare del fatto che l’uomo d’oggi è importante
per quel che appare, per la sua immagine. Direi piuttosto
che l’uomo d’oggi vale di più per come sa comunicare, per
quelle idee, per quelle azioni che sa trasmettere agli altri con
la prospettiva che “gli altri” ne seguano le tracce positive e
che accrescono il valore delle idee iniziali, con l’aggiunta e
la convergenza di altre forze. Così è anche nel Rotary, mille
azioni, mille service, ma una sola grande necessità: far pas-
sare un messaggio di positività, di crescita e di sinergia tra
uomini e donne, soci e Club.
Da molti anni riceviamo la rivista del Rotary, la apriamo,
leggiamo notizie locali e internazionali, cerchiamo di capire
dove stiamo andando in quel turbine planetario nel quale il
nostro milione e duecentomila soci rappresentano una picco-
la scialuppa che si aggira tra grandi navi, con a bordo masse
di popoli e di nazioni. Mi voglio sbilanciare: una scialuppa,
certamente, ma è una scialuppa di salvataggio o un battello
per turisti?
 Penso che ci voglia qualcuno che segni un per-
corso, che indichi una strada alternativa. Tocca a ciascuno
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