Rivista Rotary | Aprile 2014 - page 51

FONDO DI DOTAZIONE
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poi, le proprie disponibilità. Una coltivazione di principi relati-
vi alla costruzione, all’educazione di una società diversa. Non
rotariana, Vera Bozzola lascia un patrimonio di quasi 4 milioni
di dollari alla Fondazione Rotary. L’ha conosciuta solo attraver-
so le parole del padre, sì rotariano dal 1965 al 1994 e a quelle
dei pochi che la poterono avvicinare negli ultimi tempi.
Una vita che si ripercorre tutta in un soffio in quel “romanzo”
che è rappresentato dal suo testamento. 72 pagine di minu-
ziosi ricordi, di dettagliate ragioni per fare quel che ha fatto.
Colpita dalle parole del padre relativamente ai programmi edu-
cativi della Fondazione, pensava di dar seguito a quell’atten-
zione paterna donando inizialmente due borse di studio a lui
intitolate. Si domandò se fosse possibile, domandò più chia-
ramente e direttamente, capì di più, meglio, conobbe in modo
più ampio il profilo dell’associazione e della sua Fondazione.
Ne giunse eco delle sue domande in modo fortuito, l’ascoltai.
Un lungo e minuziosissimo lavoro che porterà con il cruciale
aiuto di molti (rotariani e staff europeo e americano) un contri-
buto straordinario a quel poco conosciuto Fondo di Dotazione,
la “dote” della nostra associazione che accoglie in perpetuità
le donazioni: ogni anno i Fiduciari della Fondazione decidono
quale parte degli utili spendibili generati dal nostro Fondo di
dotazione, serva a integrare le attività della Fondazione e a
rafforzare i nostri impegni futuri. Una percentuale del valore
totale del fondo di dotazione viene poi spesa su base annuale
a favore delle sovvenzioni e dei programmi attuali e futuri del-
la Fondazione, la quale ha tra l’altro indicato come obiettivo
entro il 2025 la somma di 1 miliardo di dollari come valore
patrimoniale del Fondo.
Ascoltare è dunque prezioso. Non cercare né aspettare dona-
zioni ma cercare piuttosto donatori, persone in cui cogliere
comuni sintonie, saper identificare, coltivare, sollecitare e
raccogliere è dunque vitale come vitale specializzare le nostre
competenze. In un panorama economico così difficile, in un’a-
rena così competitiva come quello dell’associazionismo, del
volontariato e della filantropia è ben comprensibile come la
focalizzazione sulle strategie per sostenere i nostri programmi
sia essenziale per continuare a far bene nel mondo.
Non c’è ramo di attività che riguardi la nostra vita individuale
e collettiva che non richieda ogni giorno maggior impegno e
maggior focalizzazione, ma anche competenza, specializza-
zione. Per chi non si rassegna, per chi ama essere vivo, per
chi sa prendere le giuste distanze, non c’è situazione che non
richieda attitudini diverse e nuove rispetto alle nostre abitudi-
ni, rispetto anche alle nostre usuali e sempre razionalmente
(e inutilmente) denunciate difficoltà al cambiamento e al
riposizionamento continuo come se riguardasse altri e non noi
e come sarebbe invece opportuno in nome dell’efficacia e del
pragmatismo, se non della coerenza e dei principi che diciamo
di voler difendere. Noi da che parte siamo? Che ruolo abbiamo
scelto? Ne abbiamo scelto uno nell’intimo dei nostri pensieri?
Siamo sicuri di averne scelto uno quando ci troviamo insieme
ad altri rotariani, nel nostro Club?
Succede così anche nel campo della filantropia dove basta
l’ottimo
Chronicle of Philantropy
per comprendere come il
mondo della filantropia e dell’umanesimo si stia radicalmente
trasformando.
Anche “fare bene nel mondo”, comunque si affronti questo
tema, da qualunque angolazione religiosa, sociale, economica,
politica lo si esamini, con qualunque bagaglio di stereotipi,
magari di pregiudizi, lo si affronti, rimane un tema complesso
per il quale è necessario attrezzarsi in modo competente, ma
soprattutto in modo innovativo e aperto. Possiamo imparare
guardandoci intorno. Sempre il
Chronicle of Philantropy
mette
in luce le tecniche di raccolta fondi, le strategie utilizzabili per
avvicinare e coltivare le relazioni utili a quanto serve al nostro
movimento per assicurare successo alle battaglie rotariane.
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