Rivista Rotary | Luglio Agosto 2014 - page 19

Testata ufficiale della rivista IL ROTARY, a partire dall’edizione del dicembre 1924.
Un anno di attività
L’anno 1924 si chiude per il Rotary Italiano con i risultati più
lusinghieri e quali migliori sarebbe stato difficile prevedere
e forse impossibile ottenere. È con vera letizia che faccia-
mo questa constatazione, perché in essa vediamo il miglior
premio agli sforzi compiuti per la più vasta affermazione
del Rotary e nello stesso tempo la prova più lampante della
bontà dell’idea rotariana, alla quale gl’italiani, sempre pronti
a rispondere a qualsiasi appello che abbia per scopo il rag-
giungimento di nobili fini, non potevano accordare maggiori
simpatie. (...)
L’alba del 1924 coincideva, quasi, con la creazione del primo
Rotary Club in Italia: quello di Milano. E non a caso. La me-
tropoli lombarda, il centro più ricco di energie potenziali del
nostro Paese, sembrava – come infatti era – il luogo più natu-
rale e più propizio per piantare quelle radici, le cui ramifica-
zioni dovevano in seguito celermente estendersi ai centri più
importanti d’Italia. La vita del nuovo Club, attorno al quale
sorgevano curiosità e scetticismo nello stesso tempo, non era
certo molto lieta e solo ne scaldava l’esistenza la grande fede
dello sparuto gruppo di soci, i quali però ben sapevano che
gli alti principi da essi accettati dovevano col tempo imporsi,
come quelli nei quali si compendiavano le norme più nobili
di vita. E questa fede, comune in tutti i nuovi movimenti di
idee che, incompresi, stentano ad affermarsi, fu quella che
vinse le difficoltà dell’ambiente e le resistenze degli uomini e
spianò il terreno al lieto e prossimo trionfo. Uomini di alta le-
vatura, influentissimi nella vita cittadina, si aggiunsero presto
ai primi proseliti, conferendo autorità e prestigio alla nuova
istituzione, che si vide così la strada aperta ai più lusinghieri
sviluppi. (…)
articolo pubblicato sul numero di dicembre 1924
ro, negli annali dei pubblici lavori e tanto più è da ammirare
la sorprendente rapidità con la quale questa prima rete di
autostrade fu costruita, quando si pensi alla grande mole di
pratiche legali e burocratiche che, dopo la stipulazione della
convenzione ministeriale, occorse svolgere e che, grosso
modo, si possono riassumere nei tremila espropri di terreni,
per un’area di 300.000 metri quadrati. (…) I rotariani per-
corsero, in automobili lanciate a grande velocità, l’autostrada
Milano-Varese, ormai già completa. Al bivio di Lainate fu
fatta una sosta, per aver l’agio di osservare, sull’altro tronco
che porta a Como, il funzionamento delle grosse macchine
betoniere. L’ing. Puricelli illustrò ampiamente il processo di
costruzione, rispondente ai più moderni dettami della tecnica
stradale, destando in tutti un senso di grande ammirazione
per la mole veramente imponente delle difficoltà superate e
per la rapidità con la quale procedevano i lavori. (…)
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