I vaccinatori cercano
di raggiungere le
popolazioni
in movimento
Per quasi quattro anni, dal 2012 al 2015, è stato impossi-
bile vaccinare mezzo milione di bambini nelle Aree Tribali di
Amministrazione Federale (FATA). Questa regione montuosa
e semiautonoma, che comprende il Waziristan settentrionale,
era controllata da gruppi militanti tra cui i talebani, che vio-
lentemente si oppongono alla vaccinazione. Non si trattava di
un basso tasso di vaccinazione, ma della più totale mancanza
di copertura vaccinale. Nacquero proprio qui i focolai di polio
del 2014, con il 70% di tutti i casi incentrato nelle Aree tri-
bali. Nel 2015, in seguito alla massiccia operazione militare
condotta dall’esercito pakistano contro i talebani, oltre un
milione di civili fu costretto a cercare rifugio nelle regioni
limitrofe o in Afghanistan. Decine di milioni di persone vivo-
no oggi nei campi allestiti per gli sfollati interni. Tuttavia la
crisi ha consentito agli operatori sanitari di somministrare il
vaccino a bambini prima di allora irraggiungibili. Lo spiega il
Dottor Malek Sbih, incaricato dall’ONU di gestire le strategie
di vaccinazione nelle popolazioni in transito: “L’offensiva
dell’esercito ha provocato un enorme esodo di sfollati interni
e di rifugiati. Ma al tempo stesso ci ha permesso di raggiun-
gere 265.000 bambini”.
Sbih, che nel 2010 si occupò di arrestare la diffusione
del colera ad Haiti dopo il terremoto, vide il numero delle
vaccinazioni raddoppiare, dagli 11 milioni del 2013 ai 24
milioni del 2015. Nonostante ciò, il continuo flusso della
popolazione (pellegrini diretti a eventi religiosi, lavoratori
migranti, nomadi) rappresenta tuttora un’enorme sfida per
la campagna antipolio. “L’incessante spostamento di intere
fasce della popolazione con basso tasso di vaccinazione e ad
alto rischio contribuisce a proliferare il virus,” ha spiegato
Sbih. “La soluzione sta nell’adattare la campagna vaccinale
a questi flussi”. Il Pakistan e i membri della GPEI raccolsero
la sfida inviando 200.000 operatori sanitari, ben preparati
e motivati, nelle tre aree maggiormente a rischio: Karachi,
Khyber Pakhtunkhwa e Quetta. Il nuovo programma previde
l’istituzione di 600 presìdi - noti con l’acronimo PTP o punti
di transito permanenti - aperti tutto l’anno per la vaccina-
zione dei bambini in transito. Grazie ai negoziati condotti
dal Rotary, i presìdi furono installati nelle zone di maggior
traffico tra Karachi, nel sud del Paese, e Islamabad e le aree
tribali nel nord: autostrade, caselli, stazioni di autobus e tre-
ni, aeroporti, mercati e persino luna-park.
Con il diminuire delle infezioni, il programma antipolio cam-
biò obiettivi, privilegiando la qualità rispetto alla quantità. I
presìdi, oggi scesi a 400, furono collocati in punti strategici
di confine, sia provinciali che nazionali, e nelle aree dove si
sono registrati focolai del poliovirus.
Il Rotary ha finanziato direttamente oltre 30 PTP, utilizzando
container riciclati che sono stati attrezzati con mobilio e fri-
goriferi a energia solare. I presìdi sono sorvegliati da guardie
giurate: un accorgimento indispensabile per proteggere il
personale nei centri aperti giorno e notte.
Safdar, Direttore delle Operazioni nazionali per l’emergenza,
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ROTARY
aprile 2017
CASI DI POLIO
INPAKISTAN
2016:
19
2015:
54
2014:
304
2013:
93
2012:
58
SPECIALE