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23 speciale

buirono a una recrudescenza dell’infezione. Il numero di casi

segnalati fu allarmante: 306 episodi di contagio, rispetto ai

93 casi dell’anno precedente, pari all’82% dei casi di polio

nel mondo. Un quotidiano definì l’epidemia pakistana un

“marchio d’infamia”.

A mettere in imbarazzo le autorità del Paese contribuì il rap-

porto stilato nel 2014 dal Comitato indipendente di monito-

raggio della GPEI - l’Iniziativa globale per l’eradicazione della

polio - in cui si sottolineavano tutti gli errori commessi dal

Pakistan.  Lo spiega Rana Safdar, Direttore delle Operazioni

nazionali per l’emergenza. “La prima reazione fu emotiva: ci

sentivamo in dovere di difenderci. Ma il rapporto del Comi-

tato ci spinse a intervenire con decisione, per la prima volta,

nella campagna antipolio. I nostri comportamenti precedenti

avevano messo a repentaglio le attività globali contro la polio,

provocando un’insorgenza senza precedenti della malattia”.

Definendo i focolai un disastro nazionale, il governo pakista-

no dichiarò guerra alla polio, accompagnando le parole con

azioni concrete. L’impegno delle autorità contribuì a risolle-

vare il morale degli operatori sanitari, da sempre in prima

linea, spiega Aziz Memon, Presidente della commissione

Pakistan PolioPlus del Rotary. “Abbiamo trovato la spinta

necessaria per combattere efficacemente la malattia e man-

tenere la promessa fatta ai bambini del nostro Paese di un

futuro senza polio”.

Il rinnovato impegno vide il Paese unito nella campagna

contro la polio. Grazie all’intensificarsi delle vaccinazioni e

all’adozione di nuove strategie, i casi di infezione da poliovi-

rus registrati in Pakistan nei due anni successivi diminuirono

radicalmente, dai 306 del 2014 ai 56 dell’anno successivo

(con un calo dell’82%) sino ai 15 casi del 2016. 

Un cambiamento

di paradigma

Per interrompere il diffondersi della malattia e ridurre il rischio di

esportazione nei Paesi limitrofi, il Pakistan decise di adottare un

Piano d’azione d’emergenza nazionale. L’obiettivo più urgente:

fermare la trasmissione del virus nelle aree ad alto rischio e rag-

giungere i bambini non ancora vaccinati. 

Le campagne di vaccinazione sistematica porta a porta si sono

rivelate insufficienti nella nuova realtà e hanno obbligato gli

organizzatori ad adottare quello che la Senatrice Ayesha Farooq,

responsabile delle strategie antipolio del governo pakistano, ha

definito “un cambiamento di paradigma” nelle strategie di attac-

co. Il programma rinnovato si concentra sui bambini che non sono

ancora stati raggiunti dalla campagna vaccinale. “Con le campa-

gne precedenti si otteneva una copertura dell’80% - spiega la

Senatrice - ma il restante 10/20% bastava da solo a far proliferare

il virus”. Nel 1985 il Rotary lanciò il primo programma mondiale

di immunizzazione antipolio, denominato PolioPlus, mentre nel

1988 fu tra i fondatori dell’Iniziativa per l’eradicazione globale

della polio (GPEI). Oggi continua nelle attività per l’eradicazione

della polio in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della

Sanità, l’UNICEF, i Centri statunitensi per il controllo e la preven-

zione delle malattie e la Fondazione Bill & Melinda Gates. Il con-

tributo del Rotary - 1,6 miliardi di USD e un numero incalcolabile

di ore di volontariato - ha permesso di vaccinare più di 2,5 miliar-

di di bambini nel mondo. I casi mondiali di polio sono diminuiti

del 99,9%, dai 350.000 registrati nel 1988 ai 27 del 2016.

PAKISTAN VERSO L’OBIETTIVO ZERO

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