Al casello autostradale vicino a Kohat, in Pakistan, una squa-
dra di tre vaccinatori lavora senza perdere tempo.
Riconoscibili dal gilet blu del Rotary e affiancati da una scor-
ta armata, si avvicinano al furgone bianco che si è appena
separato dal flusso irregolare del traffico: per lo più auto, che
arrancano verso Islamabad, a est, o al confine con l’Afgha-
nistan, a ovest. Un operatore si china a parlare al guidatore
mentre un altro apre la borsa termica per preparare il vacci-
no. Tra i passeggeri stipati nel furgone hanno individuato un
bambino che non è ancora stato vaccinato.
Non c’è tempo per gli indugi.
E non c’è spazio per raggiungere il piccolo dalla portiera
dell’auto. Ci pensano i passeggeri a farlo passare attraverso
il finestrino posteriore. Il bambino riceve le due gocce di
vaccino orale e il contrassegno fatto con l’inchiostro viola
sul mignolo a indicare l’avvenuta vaccinazione. Poi il bimbo,
in lacrime, viene restituito ai parenti e il furgone riparte,
dileguandosi nell’incessante ronzio del traffico mentre gli
operatori cercano altre macchine con altri bambini a bordo.
Scene come questa si ripetono migliaia di volte al giorno
nelle postazioni allestite nei luoghi di transito del Paese - alla
fermata degli autobus, ai valichi di frontiera, ai posti di bloc-
co di militari o della polizia - con l’obiettivo di raggiungere
i bambini di un popolo sempre in movimento. Il transito di
gran parte della popolazione pakistana, nel Paese che sino a
qualche anno fa accentrava la maggior parte dei casi mondia-
li di polio, richiede l’utilizzo di una strategia di immunizza-
zione veloce e persistente. Grazie alle squadre di vaccinatori
stanziate presso centinaia di punti di transito tutti i bambini
che passano vengono immunizzati.
L’intera procedura dura pochi istanti, ma i benefici sono per-
manenti. Il vaccino protegge un altro bambino, un’altra fami-
glia, un’altra generazione e poco per volta anche il Pakistan
si avvicina all’obiettivo “zero casi” di polio.
Un passo indietro
Nel 2014 le attività per l’eradicazione della polio svolte sul
territorio pakistano attraversarono un momento di grave crisi.
Sono state messe alla prova le pressioni di natura politica per
eliminare il virus, le notizie sulle violenze nei confronti dei
vaccinatori erano comuni ed era cresciuta la percezione che
il Paese fosse un focolaio della malattia. I movimenti della
popolazione, compreso l’esodo di rifugiati e sfollati, contri-
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ROTARY
aprile 2017
SPECIALE
Squadre di vaccinatori presso uno dei punti di transito permanenti.