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Cala la mortalità materna in Nigeria

grazie ai dati raccolti negli anni

Secondo uno studio presentato nell’International Journal

of Gynecology and Obstetrics, quasi la metà delle gestanti

nigeriane non riceve assistenza prenatale. Oltre a contribuire

al tasso estremamente alto di mortalità materna e infantile

nel Paese, questa situazione alimenta un ciclo vizioso: dato

l’alto numero di bambini che muoiono prima dei cinque anni,

le donne tendono ad avere più figli e la mortalità materna

continua a salire. Dati come questi contribuiscono a orientare

le attività del Gruppo d’azione rotariana per la popolazione e

lo sviluppo (RFPD).

Nell’ambito di un progetto svolto tra il 2005 e il 2010, il

gruppo aveva analizzato i dati raccolti nel corso degli anni

attraverso diversi progetti rotariani di pianificazione familiare

e assistenza a madri e bambini in Nigeria. Focalizzandosi

sui dati di morbilità e mortalità, il gruppo si riproponeva di

capirne le cause per poter migliorare il sistema, che aveva

avuto sino ad allora conseguenze drammatiche sulla salute e

sul benessere della popolazione.

Dall’analisi sono emerse tre principali cause: la lunga stagio-

ne delle piogge che impedisce agli abitanti delle zone rurali

di raggiungere gli ospedali; la mancanza di informazioni sulle

pratiche igieniche e la carenza di personale adeguatamente

formato; e l’insufficiente finanziamento degli ospedali. Ba-

sandosi su questi risultati, il gruppo ha organizzato program-

mi formativi, la fornitura di attrezzature mediche, e attività di

sostegno alla pianificazione familiare. Ne è risultato un calo

del 60% della mortalità materna e del 15% della mortalità

infantile.

Nel 2015 quattro Stati nigeriani hanno adottato ufficial-

mente il modello di assicurazione della qualità proposto dal

Rotary, confermando la sostenibilità di un programma che

ha consentito di ridurre radicalmente i livelli di mortalità

materna.

Un mix di alta e bassa tecnologia

per combattere la malaria in Amazzonia

La tecnologia non funziona se non la si usa. Il progetto

“Mosquitero: zero punture di zanzara = zero malaria” ha

permesso di ridurre dell’80% i casi della malattia fra le co-

munità indigene del Venezuela. Il progetto rotariano ha avuto

successo perché è riuscito a diffondere l’uso delle zanzariere

superando una serie di ostacoli, un villaggio alla volta.

Le zanzariere sono uno strumento fantastico per la medicina

preventiva. Steve Baker, socio del Rotary Club Key Biscayne

(Florida, USA) ha collaborato con alcuni abitanti del baci-

no amazzonico alla progettazione di zanzariere adatte alle

amache e al letto tradizionalmente usato da intere famiglie;

l’aggiunta di insetticida aiuta a sterminare le zanzare nel

momento in cui toccano la rete. Il progetto è stato accom-

pagnato da una campagna d’informazione sui principi della

malattia e uso delle zanzariere. Gli operatori si sono serviti

di GPS per rintracciare gli appartenenti al gruppo etnico

Pemón, residenti in 22 diversi villaggi isolati.

“La massima partecipazione e l’uso corretto sono indispen-

sabili – ha spiegato Baker. Per questo un programma di visite

successive può fare la differenza nel ridurre i casi della metà

oppure dell’80%”.

Il progetto, finanziato con una sovvenzione globale,

è stato co-sponsorizzato dal Rotary Club Biscayne e dal Ro-

tary Club Puerto Ordaz (Bolívar, Venezuela).

Il Rotary ha distribuito 7.500 zanzariere trattate con insetti-

cida. La combinazione di soluzioni ad alta e a bassa tecnolo-

gia ha permesso di ridurre le infezioni e salvare vite.

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ROTARY

marzo 2017

Lotta alle malattie,

tutela di madri e bambini

ROTARY INTERNATIONAL E FONDAZIONE ROTARY