53 aree di intervento
EDUCAZIONE
Il gruppo decise di concentrare la propria azione nell’iden-
tificazione e aiuto verso i giovani più vulnerabili. All’epoca,
a Yola si contavano circa 2.000 orfani e 40.000
almajiri
,
bambini inviati dalle famiglie a studiare il Corano. Spesso,
questi bambini si riunivano per mendicare davanti ai cancelli
dell’università, diventando un possibile bersaglio delle attività
di reclutamento dei terroristi.
Il primo grosso programma dell’API, denominato
Pace attra-
verso lo sport
, organizzava ragazzi e ragazze di diversi gruppi
etnici e religiosi in “squadre unitarie”, giocavano e mangiava-
no insieme. Un ragazzo confessò a Ensign: “Bisognava sce-
gliere tra questo programma e Boko Haram. Qui non c’è altro”.
In seguito, nella primavera del 2014, si presentò una nuova
sfida. La gente cominciò a scappare dal nord, dove Boko
Haram attaccava i centri abitati, bruciava le case e riduceva
in schiavitù le ragazze. Ensign, Rawlins, e un altro rotariano,
Abdullahi Bello, si recarono a Mubi, una città a 190 km a
nordest, per farsi raccontare le critiche condizioni in cui versa-
vano centinaia di donne e bambini fuggiti dai combattimenti.
Poi i rifugiati presero a riversarsi su Yola. Dipendenti dell’AUN
raccontavano di familiari in fuga dal nord a causa della distru-
zione dei loro villaggi. Un autista aveva preso in casa 50 parenti.
Nel giugno del 2014, a Yola c’erano 5.000 profughi. L’uni-
versità, l’API e il Rotary Club si impegnarono insieme nella
raccolta fondi per aiutare i nuovi venuti a comprare sementi
da coltivare e a pagare le rette scolastiche dei loro figli. “Una
volta sistemati questi primi 5.000 profughi pensavamo di aver
risolto la situazione, perché era davvero tanta gente,” ha detto
Ensign. “Ma a luglio erano passati da 5.000 a 20.000, e poi
di colpo, a settembre, erano ancora 10 volte di più”.
La città era travolta, ma il governo non faceva nulla. I rap-
presentanti della comunità internazionale non erano ancora
Per settimane abbiamo
passato le notti in bianco.
Scappavano tutti. Ma noi
siamo rimasti aperti.
Lionel Rawlins,
responsabile alla protezione e sicurezza, AUN