ROTARY |
dicembre 2011
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dalla nostra, dalla quale origina l’invito
ai Rotariani a concentrarsi sulla fami-
glia?
L’India è la seconda entità geografica
per diversità culturale, linguistica e
genetica dopo l’Africa. Nel vastissimo
e variegato subcontinente indiano non
esiste un unico modello familiare, ma
ne esistono molti, corrispondenti ad al-
meno tre ceti sociali: al ceto ricco, che
ha un modello più vicino a quello occi-
dentale; al ceto medio, favorito dal mo-
mento storico attuale, e al ceto povero,
fatto dagli abitanti delle campagne,
che insieme rappresentano la maggio-
ranza. L’economia indiana è cresciuta
costantemente nel corso degli ultimi
due decenni, ma la sua crescita è stata
irregolare e diseguale fra diversi gruppi
sociali ed economici, regioni geografi-
che, zone rurali e zone urbane, gene-
rando così diversi modelli familiari.
I ceti indiani al loro interno si fram-
mentano ulteriormente a seconda
anche della religione (la popolazione
LA FAMIGLIA
E’ IL
PRIMO MOM
DELLA CONDIVISI
DI VALORI MORAL
indiana è formata da due grandi comu-
nità religiose che sono al primo posto
quella induista, e al secondo quella mu-
sulmana, mentre in percentuali minori
sono presenti cristiani, sikh, buddhisti,
gianisti), dell’etnia, della casta e della
cultura di appartenenza, che rappre-
sentano altrettanti elementi di differen-
ziazione. Secondo la tradizione, i lega-
mi familiari sono considerati sacri e la
religione gioca nella famiglia un ruolo
primario: essa è vissuta come un fatto
socialmente condiviso, non come una
scelta individuale.
Particolare attenzione viene prestata ai
bambini e agli anziani per i quali la fa-
miglia rappresenta una garanzia di con-
tinuità e di sicurezza; il ruolo dell’indi-
viduo è meno sentito rispetto a quanto
accade in occidente: la persona stessa
si considera sempre in relazione agli
altri membri, in famiglia e nei rapporti
sociali, e non in quanto personalità in-
dividuale autonoma.
Anche nella società indiana, come in
quella europea, la famiglia, seppur con
diverse conformazioni, rimane l’ele-
mento base da cui partire per costruire
una società.
Si afferma in una vera dimensione in-
terculturale il concetto di comunità,
che presenta caratteristiche simili a
quelle familiari, ma che si distingue per
principio di formazione.
Per appartenere a una comunità servo-
no caratteristiche forti che consenta-
no ai suoi membri di identificarsi for-
temente in essa: una storia collettiva,
ideali e obiettivi condivisi, tradizioni e
costumi. Ogni comunità nasce proprio
dalla necessità degli individui di trova-
re un motivo comune di associazione
e di identificazione: a volte l’elemento
di riconoscimento immediato degli ap-
partenenti ad una comunità è sempli-
cemente la lingua; altre, soprattutto in
riferimento alle nuove forme di comu-
nità, anche virtuali, tali elementi pos-
sono avere caratteri di vera originalità.
Una dimensione di vita comunitaria
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