ROTARY |
dicembre 2011
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PACE IN FAMIGLIA, PACE NEL MONDO
Intervista a Mario Greco, Governatore del Distretto 2120
di Livio Paradiso
Dicembre è il mese della famiglia: nella tua lettera mensile che messaggio hai inteso inviare ai Club del D. 2120?
Non è un caso che dal 2003 il Rotary abbia dedicato stabilmente il mese di dicembre alla famiglia. Vi si celebra il
Natale, la festività che più di ogni altra sottolinea ed esalta il valore della famiglia; che ci richiama il calore dell’ami-
cizia, della solidarietà per la gente sola, della comprensione e della pace nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nel
mondo intero. Nella lettera mensile non potevo non ricordare tutto questo e, quindi, invitare ed augurare che tutti i Rotariani
facciano sentire nel corso dell’intero anno il calore di questi forti sentimenti a quanti hanno bisogno di non essere lasciati soli.
Concentrarsi sulla famiglia è scelta impegnativa…
Certamente impegnativa. Ma scelta quanto mai opportuna in un momento di difficoltà in cui versano tutte le istituzioni, a cominciare dalla fa-
miglia, il cui declino purtroppo produce il declino anche della convivenza civile. Ricordo di aver letto da qualche parte che “senza la famiglia non
si diventa persone umane e non si impara a vivere con gli altri”. Concetto molto simile a quello evidenziato dal nostro Presidente Internazionale.
Banerjee ha citato Madre Teresa di Calcutta che individuava la causa della sofferenza umana nel poco amore nelle case e all’interno della famiglia. Come
puòintervenireilRotaryinunambitocosìdelicatoe“riservato”?UnruolochecomeRotarianipossiamosvolgereneiconfrontidellafamigliaèquelloindicato
dal Presidente emerito Herb Brown: “quando noi Rotariani ci occupiamo dei bambini del mondo, ci occupiamo delle loro famiglie”. E altrettanto facciamo
quando cerchiamo di venire incontro alle carenze all’interno delle famiglie di servizi fondamentali, come l’acqua, l’assistenza medica, l’istruzione, il lavo-
ro. Occupandoci di questi problemi indirettamente contribuiamo anche a ridurre le cause del degrado familiare e i tanti mali conseguenti a questo degrado.
Che iniziative, sul tema della famiglia ed a favore delle comunità locali, stanno portando avanti i Club del Distretto da te guidato? Voglio prelimi-
narmente sottolineare che tutte le Commissioni contemplate nell’Organigramma del Distretto sono state pensate ed istituite prima che si conosces-
sero le tre Enfasi del Presidente Banerjee. Tra le Commissioni dell’Azione di Pubblico interesse figura, oltre a quella delle “attività assistenziali, so-
ciosanitarie e tutela fasce deboli”, anche quella specifica per l’“assistenza e tutela della famiglia”. Ebbene, a parte altri progetti dei singoli Club e
di cui sto prendendo atto nel corso delle visite ufficiali ancora in itinere, proprio da questa mia Commissione Distrettuale mi sono stati sottoposti
due Progetti (a costo zero) che spero di portare a termine nel corso dell’anno: “Il Rotary per la famiglia” (partendo dal monito che i Rotariani, pri-
ma ancora di elargire aiuti materiali, devono impegnarsi ad “elargire se stessi”, il Progetto prevede che i professionisti dei Club sul cui territorio
sono presenti “case-famiglie” si impegnino a prestare agli ospiti ogni tipo di assistenza (consulenza medica, legale, psicologica …); “
Proposta legi-
slativa per il sostegno dei genitori separati e divorziati in situazione di difficoltà”
(
individuare Rotariani competenti per la elaborazione di un disegno di
legge sull’istituzione di Centri di Assistenza e Mediazione familiare, proposta da affidare per l’approvazione ai Consiglieri della propria Regione).
Il Rotary è una grande famiglia allargata a Rotaract, Interact, ed Inner Wheel. Quanto è importante il loro comune contributo per realizzare una
azione sinergica? Allargherei la nostra Grande Famiglia sino a comprendervi anche gli Alumni della Fondazione, i partecipanti allo Scambio Gio-
vani e ai raduni Ryla, i Gruppi comunitari rotariani. Una famiglia di circa 2 milioni di persone, che lavorano senza alcuna rivalità e per gli
stessi obiettivi e per questo è importante il contributo di ciascun componente. Del resto, non sono poche le iniziative umanitarie, socia-
li, culturali, intraprese e portate a termine grazie al sinergismo di questi nostri partner nel volontariato, accomunati dagli stessi valori.
Il Rotary richiama sempre più insistentemente l’attenzione sulla “famiglia rotariana”, con un filo che lega genitori, nonni, figli e nipoti
all’Associazione, auspicando la loro partecipazione e diffondendo nel contesto domestico i valori del Rotary. Qual è il tuo pensiero in
proposito? Sono d’accordo con coloro che ritengono che “la partecipazione delle famiglie dei soci alla vita dei Club può essere uno
strumento strategico di crescita futura del sodalizio”. Come ho condiviso l’esortazione del P.I. Wilfrid Wilkinson (2007-08) ad
offrire ai nostri familiari non solo una presenza ma anche “una reale condizione di pari dignità, nella fase delle proposte e di
realizzazione delle attività decise dagli organi statutari”. Do anche ragione a chi raccomanda di “non tenere i nostri coniugi
ai margini dei nostri Club, se veramente amiamo il Rotary e non vogliamo che esso venga vissuto come un concorrente
con il quale dover dividere il marito o la moglie”. E in questo senso vedo che vanno anche le parole di Kalyan
Banerjee quando nella lettera dello scorso mese di Ottobre scrive “Credo fermamente che ogni evento del
Rotary debba essere un evento per la famiglia ed è per questo che io e Binota prevediamo di portare
i nostri figli e i nipoti al prossimo Congresso Internazionale”.
Che augurio vuoi rivolgere al lettori di Rotary? Che ci sia pace in ogni casa, in ogni
dimora, in ogni famiglia. Perché, come dice il Presidente Banerjee e Madre
Teresa di Calcutta, la pace nel mondo dipende dalla pace nelle
famiglie.
scontra però
con la volatilità
del vincolo, per cui
come facilmente si com-
pongono, così, altrettanto velo-
cemente queste comunità solo virtuali,
si dissolvono.
Se nella famiglia si fa riferimento prin-
cipalmente ai fini degli individui che ne
fanno parte, generalmente in un’ottica
di conservazione della famiglia stessa,
nella comunità prevalgono gli obiettivi
condivisi e la solidarietà. E in quest’ul-
timo senso il Rotary International è
un esempio significativo di comunità
universale. Dunque per considerarsi
appartenenti a una famiglia o a una
comunità - o
perché no ad entrambe
-
bisogna innanzitutto condividere, per
natura, o per scelta.
Come accade agli appartenenti alla
grande famiglia del Rotary Internatio-
nal, che nel corso del tempo hanno
creato una comunità unica e prezio-
sa nel suo genere, caratterizzata dal
linguaggio comune della solidarietà e
accomunati tutti dal motto: “Servire al
di sopra di ogni interesse personale”.
Sentimenti di condivisione che hanno
indotto il Presidente del RI Kalyan
Banerjee ad affermare:
La nostra
prima enfasi sarà la famiglia. La
famiglia e la casa sono al centro di
tutto il nostro operato - tutto il nostro
servizio inizia da qui. E attraverso
la famiglia, ci avviciniamo a tutte
le nostre comunità, a tutti gli esseri
umani, intesa come una grande fa-
miglia, in cui ogni membro si prende
cura dell’altro. Nei momenti di gioia
e nei momenti del bisogno, nessuno è
mai solo”.
Un impegno semplice e complesso, in
cui si esprime l’attenzione rotariana
più autentica per le dinamiche sociali
del nostro tempo.
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