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CONGRESSI D’ITALIA
realtà del Club. Esse sono parte di noi,
gestite da noi e i cui programmi sono da
noi riconosciuti. Friendship e Sistema
non sono quindi in antitesi ma debbono
essere considerati in sintonia operativa
per il raggiungimento di quell’azione
di servizio proposta da Paul Harris nel
1905
e ancor valida oggi”.
Il PDG Gianni Jandolo ha parlato del-
la Fondazione Rotary: “Fare bene nel
mondo… un motto che riconosce il con-
corso equilibrato di testa, di cuore e di
mani. C’è stato infatti bisogno di testa,
di cuore e di mani per costruire un’as-
sociazione come la nostra e anche la
Fondazione è espressione di quella tria-
de: testa, cuore e mani. Il prevalere di
uno di questi elementi o l’assenza di uno
o tutti finisce per generare quello che
alcuni non amano o in cui magari si fa
fatica a identificarsi: un’organizzazione
di volontariato di tipo esclusivamente
razionale, dedita a iniziative individua-
li, solitarie, di tipo benefico - caritativo,
che non hanno molto a che fare con la
progettualità che genera quei sani mec-
canismi che, soli, possono riprodurre
risultati vantaggiosi per la società, per
le comunità, vicine o lontane che siano.
Da quello che ascolto ma anche da quel-
lo che provo personalmente, so che in
molti abbiamo la presunzione di essere
diversi e spesso di questo ne siamo, ne
possiamo essere, orgogliosi come quan-
do ci identifichiamo nei risultati, non
solo globali della nostra Fondazione
Rotary”.
Enzo Siviero, prendendo spunto dal
tema dell’anno, ha tenuto una relazio-
ne dal titolo ‘Ponteggiando’, un incre-
dibile viaggio attraverso i ponti più
importanti della storia. Una carrellata
di capolavori che si è completata con
lo studio del ponte tra Scilla e Cariddi,
opera per la quale Siviero ha specificato:
L’occasione della grande infrastruttura
da realizzare, può e deve consentire lo
svolgimento di un discorso urbanistico
e architettonico specifico che dia la mi-
sura disciplinare delle ipotesi e delle so-
luzioni propositive per il più efficace svi-
luppo dell’area territoriale dello stretto
di Messina, che riproponga un equilibrio
tra la natura territoriale del sito, gli in-
terventi da attuare e proposti e i caratte-
ri delle diverse unità insediative future”.
Il PDG Angelo Borgese ha parlato di
Rotary: innovazione nell’innovazione’
e trattando di ‘Omeostasi o evoluzione?’
ha spiegato: “L’omeostasi dice: meno si
cambia meglio è. La crescita sostiene
invece: è sempre possibile cambiare in
meglio. Il sistema (Rotary) ha paura del
cambiamento alla base di ogni crescita?
L’intervento andrebbe dunque articolato
in due direzioni: allentare la morsa ome-
ostatica e ridare vigore alla funzione di
crescita. Adottare il modo sistemico di
pensare, di esplorare, di teorizzare può
forse, all’inizio, farci sentire persi in un
mare magnum, soverchiati da un’enor-
mità di fattori, da un groviglio di relazio-
ni causali, e forse può anche farci bale-
nare il rimpianto della calma, semplice,
rassicurante sponda del meccanicismo-
riduzionistico. Una logica d’intervento
realistica ed efficace deve quindi pro-
porsi di non introdurre nel sistema ulte-
riori tentativi di soluzione prima di aver
sgombrato adeguatamente il campo e di
avere quindi individuato le radici effetti-
ve del problema”.
Lodovico Minelli, rotaractiano del Bre-
scia Franciacorta, ha affrontato, at-
traverso il racconto di tre aneddoti, il
tema di come si debba ‘Essere e agire
nel futuro del Rotary’ e ha così conclu-
so: “Il Rotary è globale ma, senza radici
nel territorio, nei territori, non sarebbe
nulla. Semplice e complesso, globale e
locale, individuale e collettivo. L’equili-
brio e la coessenzialità di questi princi-
pi che sono tipici della filosofia cinese,
ma anche della religione cristiana e di
tante discipline umane, a mio perso-
nale giudizio sono pienamente realiz-
zati nel sistema Rotary. Ciò è sotto gli
occhi di tutti Voi: forse per abitudine i
contrasti e le forze che legano questi co-
D
ISTRETTO
2050:
il riconoscimento GOCCE DI VITA dal Governatore alla sua squadra
C
aro Amico, ricordi quando, insieme, abbiamo iniziato quest’anno rotariano? Entrambi eravamo desiderosi di capire il senso profondo
del messaggio del Presidente internazionale, Ray Klinginsmith, che ci chiedeva di ‘impegnarci nella nostra comunità’, di cercare di
favorire rapporti tra i continenti’. Il territorio e il mondo, così lontani tra loro eppure così vicini negli intendimenti del Rotary che li vuole
protagonisti del nostro pensare e del nostro agire. L’azione rotariana, scrivevo nella mia prima lettera di Luglio, è diversa da tutte le altre
azioni umanitarie, sociali o di volontariato: l’azione portata a termine dal Rotary lascia il segno, deve lasciare il segno.
Anche per questo motivo ho desiderato, da subito, focalizzare la mia attenzione su due priorità: le nuove generazioni e lo ‘storico’ End Polio
Now… e ti ho chiesto di fare altrettanto. La centralità del club, poi, che ho più volte evocato e invocato, aveva lo scopo di riportare il bari-
centro del sistema proprio sul club, perché da esso partissero tutte quelle azioni e quei valori mirati a consolidarne la presenza sul territorio,
a fare la differenza all’interno della comunità che lo ospita. Tuttavia, gli obiettivi si centrano se, oltre al ‘fine’, c’è anche un ‘mezzo’, ossia la
squadra’ che crede in quello che fa e che quando si muove coesa diventa irresistibile. Quest’anno ho avuto modo, più volte, di constatare la
laboriosità dei Club sul Programma Polio e sull’azione verso i giovani, di ammirare i risultati, davvero straordinari, del loro impegno. Poi, ad
Aprile, sono arrivate le Giornate di Assisi e lì ho avuto modo di assistere all’opera incredibile di un’altra squadra, quella di ‘Sorella Acqua’.
Rotariani diversi, ma con lo stesso modo di fare squadra per concretizzare un sogno comune. Polio e Acqua… due gocce, due obiettivi di vita.
Così sono nate le GOCCE DI VITA che oggi ti dono e che simbolicamente ci uniscono nel ricordo di quest’annata entusiasmante.
Un affettuoso abbraccio, Mario
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