Rotary | Dicembre 2013 - page 36

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ROTARY
dicembre 2013
Tale Rapporto sottolinea inoltre che “le azioni e gli interventi
verranno adattati alle condizioni nazionali e locali…” ricono-
scendo, perciò, che le diversità in termini sociali, economici,
istituzionali ed ambientali, così come le dinamiche socio-e-
conomiche e politiche delle aree geografiche a livello sub-na-
zionale richiedono interventi che siano “contesto-specifici”.
Negli ultimi anni, è cresciuto il consenso in merito alla ne-
cessità di affidarsi ad un approccio integrato, multi-settoriale
e “territorializzato” che individua le cause dell’insicurezza
alimentare in fattori socio-economici strettamente legati al
territorio, quali il sistema produttivo locale, le istituzioni, for-
mali e informali, le risorse naturali, l’ambiente e il clima, le
infrastrutture, il capitale sociale, la cultura e le tradizioni del
luogo. Un modello di sviluppo quindi che individua nel terri-
torio, inteso come entità socio-economica, le potenzialità, la
capacità e gli strumenti per raggiungere il duplice obiettivo di
riduzione dell’insicurezza alimentare e delle disuguaglianze.
In che modo l’approccio territoriale può raggiungere il du-
plice obiettivo di sicurezza alimentare e di riduzione delle
disuguaglianze?
Innanzitutto è bene ricordare che le popolazioni locali sono
le prime ad essere chiamate in causa nell’affrontare le cause
strutturali e congiunturali dell’insicurezza alimentare. Sono
le popolazioni locali, per esempio, che con i loro sistemi di
solidarietà intervengono per aiutare le famiglie più bisognose
quando vengono colpite da eventi estremi come la perdita del
raccolto, dalla malattia di un membro della famiglia o dalla
perdita di un membro della famiglia, soprattutto quando si
tratta del capo famiglia. Sono ancora le popolazioni locali,
attraverso le loro istituzioni ad intervenire per risolvere i con-
flitti locali sull’accesso, per esempio, alle terre coltivabili o
all’acqua. Le politiche di sicurezza alimentare convenzionali
tendono a sottovalutare il ruolo fondamentale che le istituzio-
ni del luogo, spesso informali, possono avere nelle strategie
OBIETTIVI DEL MILLENNIO
/ COOPERAZIONE
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