Rotary | Maggio 2013 - page 16

giunge che Franklin D. Roosevelt creò il March Of Dimes che
per qualche anno raccolse fondi per sconfiggere la polio.
La connessione tra volti famosi e buone cause è fiorita nel
ventesimo secolo e oggi è un richiamo per aiutare le vittime
dei disastri naturali, conflitti armati, e malattie sopraggiunte
ad attori, atleti e politici.
George W. Bush e Bill Clinton fecero squadra per raccogliere
soldi per il terremoto avvenuto ad Haiti. Le lettere per le
raccolte fondi con le firme delle celebrità invitano all’azione
su questioni diverse come l’impegno per l’ambiente e il sal-
vataggio degli animali.
Attraverso This Close la campagna per l’eradicazione della
polio del Rotary International si è costituito un gruppo di 45
“ambasciatori” famosi. Questa tendenza, dice Lenkowsky, ha
potenziato la crescita della “star industry”, persone e orga-
nizzazioni che chiedono sostegno a figure ben note.
“Le celebrità sono ben consapevoli dell’importanza della loro
immagine”, sottolinea Lenkowsky. “La beneficenza cerca
sempre nuove vie per far giungere il proprio messaggio tra i
tanti”. Quando volti noti e filantropi lavorano insieme, il van-
taggio è reciproco. Le celebrità possono “trovare facilmente
dei sostenitori e portare l’attenzione su qualsiasi questione”
dice Katerina Rosqueta, direttore esecutivo del Centro per il
forte impatto della filantropia all’università della Pennsylva-
nia. “Il coinvolgimento autentico” crea portavoce migliori, e
aggiunge: “Le celebrità più esperte e coinvolte sono quelle
che conoscono il problema che stanno evidenziando, mani-
festando una capacità maggiore di coinvolgimento. Se una
celebrità ha passato del tempo in un contesto parlando con le
donne che spera di aiutare, è molto più credibile, e potrebbe
anche essere nella posizione di parlare al Forum Economico
Mondiale”. Rosqueta cita la cantautrice inglese Annie Len-
nox, una celebrità ambasciatrice per Oxfam che “ha avuto
Quando George Harrison e Ravin Shankar
dedicarono il loro Concerto del 1971 al
Bangladesh, quarantamila persone ri-
empirono il Madison Square Garden
per i due show. Il concerto che tra
i vari performer includeva anche
Ringo Starr, Bob Dylan e Eric
Clapton, ricavò 250.000
dollari per risollevare il Bangladesh
dal ciclone e dalla guerra.
Ma questo evento tempestato
di star non è stato il primo
sforzo delle celebrità per rac-
cogliere donazioni per la be-
neficenza.
“La filantropia delle star ha una
lunga storia negli Stati Uniti”,
dice Leslie Lenkowsky, docente
specializzato in affari e studi
sulla filantropia all’u-
niversità dell’In-
diana. Tra i primi
esempi si ricordano
quelli che hanno
coinvolto le figure
politiche, afferma:
“Durante la guerra
civile Abramo
Lincon mi-
se all’asta
ciocche dei
suoi capelli”.
Lenkowsky ag-
FILANTROPIA
e
VOLTI CELEBRI
SI DONA DI PIÙ QUANDO A CHIEDERE SONO LE CELEBRITÀ?
DI
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