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ROTARY
maggio 2013
GRANDI TEMI
“Quando smettono di lavorare le loro risorse calano quindi
noi li incoraggiamo a creare iniziative filantropiche per il
resto della loro vita” dice Pollick. La sua organizzazione
non profit genera un contributo mensile per la gestione
dell’impegno filantropico rispetto alle ore che gli sono
state dedicate. L’organizzazione di Pollick ha creato una
lista chiamata “the Giving Back 30” che annovera tra i
suoi maggiori donatori figure importanti dell’arte dello
sport e dell’intrattenimento. “Cerchiamo i donatori tra le
maggiori celebrità”, dice “e li onoriamo mettendo in luce
le loro donazioni.
Ci auguriamo che diventino dei modelli, e che le perso-
ne vogliano entrare in questa lista”. Dopo parecchi anni
dall’apparizione sul magazine Parade, Giving Back 30
quest’anno si sposterà su FORBES nota Pollick.
Chi dovrebbe essere il donatore medio che risponde all’ap-
pello della celebrità? “Se ami davvero un attore o un pre-
sentatore e stai per scegliere a chi devolvere i tuoi sudati
soldi destinerai quei soldi alla sua associazione”, consiglia
Pollick. “Chiama l’organizzazione e chiedi quanto contri-
buisce la star”. Rosqueta sottolinea che a un disastro na-
turale segue spesso un’onda di solidarietà. Ma come fanno
i donatori a sapere che i loro soldi verranno effettivamente
usati? Per aiutare a stabilirlo, il Centro per l’alto impatto
della Filantropia compila delle ricerche accademiche, con i
dati della fondazione, e le proprie valutazioni del no profit.
Lo scopo è definire soluzioni per i problemi che potrebbero
essere di maggior beneficio per il fondo filantropico per
fornire una guida ai donatori. La maggior parte dei dati si
possono trovare su
.
Sebbene “la filantropia sia un buon modo per riabilitare una
reputazione” dopo che un tabloid abbia insitito su aspetti
della vita privata spesso riluttanti, Pollick dice che è raro
che i più noti fondino delle associazioni per cancellare le
conseguenze della diffamazione.
Un’altra ragione comune, dice, è sentire la necessità di