É sin troppo evidente la necessità del rinnovamento e dello
        
        
          sviluppo qualitativo e quantitativo in qualsiasi forma asso-
        
        
          ciativa: nel Rotary questa importanza assume carattere di
        
        
          assoluta rilevanza.
        
        
          Il vero patrimonio del Rotary non è costituito dalle risorse
        
        
          economiche che, peraltro, nel tempo ha mostrato di sa-
        
        
          per raccogliere e correttamente utilizzare, ma dalla forza
        
        
          propulsiva dei suoi soci, chiamati ad essere artefici delle
        
        
          idee e strumenti della loro realizzazione. Sono i soci, con
        
        
          il proprio impegno civile e con le proprie professionalità
        
        
          che rendono possibile tutto questo; ma, per essere efficaci
        
        
          nella loro azione, essi devono essere sufficientemente in-
        
        
          formati e formati.
        
        
          Clifford Dochterman, Presidente Internazionale 92-93 del
        
        
          RI, sosteneva che le idee rotariane soni i semi: essi hanno
        
        
          bisogno di un buon terreno per svilupparsi (i soci), ma prin-
        
        
          cipalmente di “cure e attenzioni” (verso i soci)
        
        
          Cure e attenzioni a cominciare dalla fase iniziale, quella
        
        
          della cooptazione e dell’ingresso, perché è quello il mo-
        
        
          mento formativo più importante, quello della condivisione
        
        
          delle grandi idealità alla base del nostro operare, senza
        
        
          equivoci, evitando forzati autocompiacimenti ma anche
        
        
          interpretazioni al limite della correttezza, così come il
        
        
          possibile cristallizzarsi di pregiudizi e di una solo parziale
        
        
          aderenza allo spirito e alla lettera delle nostre idealità.
        
        
          Nessuna ragione di opportunità personale, d’impegno
        
        
          temporale e professionale, di “lesa maestà” nei confronti
        
        
          della storia personale di ciascuno di noi può giustificare
        
        
          un comportamento “rilassato” o comunque non conforme
        
        
          all’impegno assunto al momento della cooptazione.
        
        
          I NUOVI SOCI
        
        
          TRA IDENTITÁ E PREGIUDIZI
        
        
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          ROTARY
        
        
          maggio 2014
        
        
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