Come hanno reagito i professionisti delle équipe medi-
che quando l’hanno vista aiutarli nella campagna per
l’immunizzazione?
Sono stati molto accoglienti. Nel corso della mia carriera, al-
cune persone mi guardano in modo strano perché lavoro con
aziende di lusso. In India, è stato diverso. Mi hanno accolta con
una grande apertura mentale e questo mi ha molto commossa.
Oltre ad aiutare con i vaccini, che altro ha fatto in India?
Abbiamo fatto brevi video, piccole scene con i bambini – era-
no così carini. Siamo andati in una scuola e ho parlato con
gli studenti a proposito dell’importanza di lavare le mani e di
cercare di essere puliti.
Ha anche visitato il St. Stephen’s Hospital.
All’ospedale è stato molto difficile. È duro vedere le paralisi,
vedere gli effetti della malattia. È molto diverso da quando
somministri i vaccini, quando aiuti a prevenire. È stato un
insegnamento per me. Tutto questo è molto importante, e non
possiamo chiudere gli occhi.
Ha in programma di partecipare a un altro progetto per
l’immunizzazione?
Mi piacerebbe molto. Mi piacerebbe andare in Africa. Ma mi
piacerebbe avere più tempo per restare. Nei tre giorni in India
non siamo riusciti a fare tutto quello che volevamo. Ci sposta-
vamo in continuazione da un posto all’altro, lavoravamo 19
ore al giorno e avevamo a malapena il tempo per mangiare.
Tuttavia, è stata l’esperienza più bella della mia vita. Penso
che mi abbia permesso, più di qualsiasi altra cosa, di capire
quanto sono fortunata. Sono sana, posso lavorare e ho l’op-
portunità di andare in questi paesi ad aiutare.
Altri testimonial brasiliani si sono uniti alla battaglia contro la polio: il calciatore Alexandre Pato e la cantante Ivete Sangalo.
Isabeli Fontana ha visitato i pazienti nel reparto per la cura della poliomielite dell'ospedale di Santo Stefano,
con Mathew Varghese, un chirurgo ortopedico, che ha trascorso la sua carriera ad aiutare le vittime della polio a riacquistare la mobilità.
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