Rivista Rotary | Giugno 2016 - page 57

prima volta nella storia dell’umanità ci troviamo di fronte a
un tempo che non è più, né ciclico, né lineare, bensì puntil-
listico «ossia - come dice lo stesso Bauman - frammentato in
una moltitudine di particelle separate, ciascuna ridotta a un
punto che sempre più si avvicina all’idealizzazione dell’as-
senza di dimensione». Ci troviamo cioè di fronte a un tempo
nel quale ogni momento viene vissuto come autonomo, un
punto chiuso, una monade serrata e indifferente a tutto ciò
che precede e a tutto ciò che seguirà, annullando in qualche
misura il concetto della storia e il valore stesso della cono-
scenza come capacità di valorizzare gli elementi essenziali
del processo evolutivo - non soltanto cronologico - del tempo.
È, in definitiva, una società che non ha essenza, né forma,
in cui tutto tende a trasformarsi senza sapere verso cosa; una
società della negazione di tutti i valori; una società del non
essere.
Di fronte all’inversione di tutti i valori, alla loro negazione e
al loro rifiuto, l’essere umano vive una crisi ontologica che
mette a rischio la convivenza civile e il futuro della stessa
comunità. È importante avviare un cambiamento della situa-
zione attuale. Le risposte a questa crisi devono essere antro-
pologiche, nel senso che devono avere per oggetto il bene
della persona e della comunità. Dobbiamo, forse, tornare ad
attingere dai classici del passato l’etica per il futuro.
Nell’occidente la riflessione sull'etica nasce nei Dialoghi di
Platone con Socrate, nella Repubblica con Platone e nell’E-
tica Nicomachea con Aristotele; viene poi approfondita dalla
Scolastica, ma si afferma in modo deciso soprattutto con
l'illuminismo e in particolare con Immanuel Kant, che nella
Metafisica dei Costumi tenta di definire i presupposti razio-
nali dell'agire morale dell'uomo, richiamandosi alla necessità
di un'etica del tutto svincolata da ogni finalità esteriore e
impostata su un rigoroso senso del dovere e del rispetto della
libertà altrui. Bisogna operare, ecco l’imperativo, «in modo
da trattare l’umanità tanto nella tua persona come nella per-
sona dell’altro, sempre e contemporaneamente come fine e
mai come mezzo».
Tra le virtù etiche la più importante è la giustizia, che con-
siste nel rispetto dell’eguaglianza, il cui culmine è l’equità,
cioè la capacità di realizzare la giustizia nel modo particolare
superando così con intelligenza l’inevitabile approssimazione
della legge universale. È, questo, il principio di differenza o
di discriminazione positiva di Rawls (La giustizia come equi-
tà) che permette di dare di più a chi ha di meno e di affer-
mare il valore fondamentale della pari dignità sociale prevista
dalla nostra Costituzione.
C’è bisogno di una nuova etica civica in grado di affrontare
la povertà, di restaurare i diritti umani, di aprirsi all’altro at-
traverso valori forti, quale appunto la solidarietà che ha come
riferimento universale la persona umana.
Agire secondo valori vuol dire condividere con gli altri i princi-
pi da rispettare: è sapere dove sono i confini tra bene e male,
tra giusto e ingiusto, tra lecito e illecito; è sapere che esisto-
no limiti che non vanno oltrepassati; è agire senza calpestare
gli altri; è creare rapporti; è rispetto per gli altri.
L’impegno civile e sociale del volontariato è fondamentale.
Una modifica del titolo V della Costituzione, introdotta nel
2001, ha reso espliciti il principio della sussidiarietà orizzon-
tale e il riconoscimento che - accanto al pubblico e al privato
- ci deve essere il cosiddetto terzo settore: il sociale, ossia la
partecipazione di tutti, espressione più significativa e con-
creta del valore costituzionale fondamentale della solidarietà,
che salda fra di loro i diritti inviolabili e i doveri inderogabili.
La famiglia, la scuola, le associazioni di servizio sono il con-
testo in cui è possibile contrastare le deviazioni ed erigersi a
difesa del principio di valore, vale a dire di quella legge mo-
rale che è necessaria alla vita umana ed è fondamento della
vita pubblica e della civiltà.
Il Rotary si è affacciato alla storia nel 1905, a Chicago, non
per «rappresentare la società dal punto di vista sociale, reli-
gioso o razziale - scrive Paul Harris - ma per affermare il gran-
de valore dell’essere insieme, per diffondere elevati livelli
etici e promuovere la comprensione, la solidarietà, la pace».
Fin dalla fondazione è stato posto il problema dell’etica
professionale e fissata, come norma di vita, la regola di
«informare ai principi della più alta rettitudine la pratica
degli affari e della professione». Essere rotariani significa
testimoniare il valore fondamentale dell’integrità, (the quality
of being honest and having strong moral principles) essere
57 opinioni
OPINIONI
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